Una serata interamente dedicata al gusto, alla creatività e alla qualità a tavola dove la protagonista principale è stata la pasta, considerata alimento globale e di cui gli italiani sono i primi consumatori al mondo con circa 28 kg a testa ogni anno.

E’ “Pasta e pasticci” l’evento andato in scena ieri sera nella splendida Rocca medievale di Reggiolo, organizzato dal Lions Club Fabbrico “Rocca Falcona”, al quale sono intervenuti portando la loro esperienza di esperti il famoso chef internazionale Gianni D’Amato, accompagnato dalla moglie Fulvia Salvarani e dal figlio Federico con cui dal 1998 animano il prestigioso ristorante “Il Rigoletto” a Reggiolo, e il dr. Giorgio Beltrami, direttore della Qualità e della Sicurezza alimentare del Gruppo Barilla, nonché presidente del Lions Club Parma Host.

Molti gli ospiti e gli amici invitati, tra cui l’assessore alla cultura del Comune di Reggiolo, Franco Parmigiani, il parroco don Gino Bolognesi e il luogotenente della locale Stazione dei Carabinieri Felice Barberisi. Preziosa anche la collaborazione della locale Pro Loco e degli amici della Confraternita della Zucca che collaborato allo svolgimento della serata vestiti con suggestivi abiti d’epoca medievale.

Nel Salone delle Feste Fancelli, impreziosito dalle opere del pittore Gianni Baldo e da decorazioni di frutti di stagione e diversi tipi di paste, Gianni D’Amato e Giorgio Beltrami hanno offerto al pubblico un sapiente excursus storico della pasta che risale addirittura all’età neolitica, quando l’uomo cominciò la coltivazione dei cereali, passando attraverso le principali culture del mondo: dagli Etruschi agli Arabi, dai Greci ai Romani. L’evoluzione della qualità della pasta e del suo consumo illustrata attraverso i secoli fino al Medioevo quando inizia a diffondersi in modo capillare anche in Italia e ancora nell’Ottocento, con l’arrivo dell’energia elettrica, quando i macchinari moderni sostituirono gli antichi torchi azionati a mano.

E nel 1877 a Parma nasce anche la storia della Barilla, che da una piccola bottega di produzione di pane e pasta è diventata leader mondiale nel mercato della pasta. “Questo grazie anche a una nuova attenzione alla corretta alimentazione, che consiglia il consumo giornaliero di almeno il 50% di carboidrati, negli ultimi 10 anni – ha spiegato il dr. Beltrami – il consumo di pasta nel mondo è raddoppiato, passando da 6 a 12 milioni di tonnellate, e se in Italia in proporzione il suo consumo sta diminuendo, in tutti gli altri paesi è in costante aumento. La Barilla esporta i suoi prodotti in circa 135 paesi in tutto il mondo – ha sottolineato il dr. Beltrami – e il nostro Gruppo, con 43 siti produttivi in Italia e all’estero, produce 1 milione di tonnellate di pasta all’anno, che equivalgono a 12 miliardi di pasta. Insomma almeno 50 milioni di persone mangiano ogni giorno 100 grammi di pasta Barilla nel mondo”.

Numeri straordinari che testimoniano il successo di un Gruppo industriale che ha saputo mantenere fede alle proprie tradizioni familiari, così come hanno scelto di fare il famoso chef del “Rigoletto” Gianni D’Amato e la sua famiglia che ieri sera hanno deliziato gli ospiti con un menù delicato a base di pasta impreziosita ogni volta da abbinamenti sapienti in un rimando di colori, profumi e sapori che hanno evocato i migliori prodotti della nostra terra.

Molte le domande e le sollecitazioni dal pubblico in sala, molte le curiosità e le richieste da parte delle signore desiderose di conoscere il segreto della creatività del maestro D’Amato “le mie ricette – ha spiegato lo chef – derivano da sensazioni, da emozioni provocate alla vista di opere d’arte o da esperienze di viaggio, che si manifestano all’improvviso ed esplodono in caos creativo da cui emergono piatti nuovi e originali”. E alla domanda quale fosse il suo piatto di pasta preferito Gianni D’Amato, nella migliore tradizione italiana, non ha esitato ad eleggere “gli spaghetti con un sugo semplice di pomodoro fresco” mentre alle sue spalle sul grande schermo scorrevano le immagini di Alberto Sordi mentre divora un enorme piatto di spaghetti nella famosa scena del film “Un americano a Roma”.