Un ampio dibattito durato oltre due ore si è svolto in Consiglio comunale nella seduta di ieri prima dell’approvazione della delibera presentata dall’assessore alle Politiche sociali Francesca Maletti sull’appalto per la gestione di servizi e attività rivolte all’integrazione dei cittadini stranieri.

Ad aprire il confronto è stata Eugenia Rossi, Idv, che ha sottolineato l’importanza dei temi dell’integrazione e ha indicato come obiettivo prioritario la conoscenza della lingua italiana. “La delibera è passata anche in Commissione, nonostante potesse essere approvata in Giunta”, ha precisato la consigliera, che ha definito il documento “meritevole” e “dotato di requisiti precisi di garanzia di qualità”.

Per il Pdl, Andrea Galli si è detto scontento “delle politiche di buonismo” e ha osservato che “oltre una certa percentuale un popolo non è più in grado di integrare e assimilare extracomunitari; noi siamo molto vicini alla soglia limite”, ha aggiunto. Il consigliere ha annunciato l’astensione del suo partito spiegando di comprendere la necessità dell’assistenza ai lavoratori extracomunitari, anche se nel bando “servivano criteri più flessibili”. Andrea Leoni ha definito “troppo costose” le politiche realizzate per gli stranieri. “A volte sono stati presi provvedimenti discutibili che non solo non hanno portato a risultati, nonostante l’altissima spesa, ma hanno avuto anche la colpa grave di rappresentare un elemento di richiamo rispetto al territorio”. Il consigliere ha inoltre criticato la legge regionale del 2004 “che contrasta punto per punto la Bossi-Fini”. Sandro Bellei ha ricordato di aver lavorato in passato con il Comune a un opuscolo che traduceva le frasi di maggior uso in diverse lingue. “In seguito ho trovato la pubblicazione in migliaia di copie in uno sgabuzzino: questo a dimostrazione che l’Amministrazione è disponibile ma solo a parole”.

Sergio Celloni, Mpa, ha annunciato un voto di astensione critico affermando: “C’è pochezza in questa logica di integrazione; vogliamo essere moralisti e democratici, poi però permettiamo che per ottenere qualcosa gli stranieri facciano file dalle 4 del mattino a fronte comunque di una spesa per servizi molto alta”.

Per Nicola Rossi, Lega nord, “mancano gli strumenti per poter valutare la delibera” e ha ricordato di aver chiesto elementi aggiuntivi in Commissione. “Dare un’apertura di credito così ampia su un documento con cifre così rilevanti mi sembra eccessivo – ha affermato – si parla di due milioni e mezzo di euro e non posso giudicare se queste risorse vengono investite bene”.

Vittorio Ballestrazzi, Modenacinquestelle.it, ha definito la delibera “abbastanza convincente perché cerca di razionalizzare e risparmiare su servizi già attivi. Il documento va nella direzione di far conoscere usi e costumi locali e chiede che gli stranieri si adeguino, evitando così equivoci, illeciti o contrasti. Si vedrà solo con il tempo se questo sarà vincente”, ha aggiunto il consigliere annunciando di voler richiedere verifiche periodiche attraverso interrogazioni.

Per il Pd, Franca Gorrieri ha osservato che “gli immigrati sono già una parte importante della società, una risorsa indispensabile e producono più ricchezza di quanto costino” e ha ricordato che gli interventi sono richiesti e, in buona parte, finanziati da Stato e Regione. Stefano Rimini ha sottolineato che “non esistono politiche specifiche per stranieri né privilegi rispetto agli italiani. Al contrario, sono garantiti l’equità di trattamento e l’accesso ai servizi in base al bisogno”. Il consigliere ha inoltre aggiunto che “gli stranieri vengono tutelati su diritti fondamentali come l’alloggio, l’insegnamento della lingua e la tutela sanitaria”. Per Giancarlo Campioli “la presenza al 14,7% degli stranieri in città è sintomo di vitalità. L’immigrazione rappresenta una ricchezza che consente di sostenere il sistema produttivo, economico e dei servizi. Criteri più flessibili sono da evitare in bandi di questa natura ed è necessario porre requisiti che ci cautelino rispetto ad appaltatori dell’ultima ora”, ha aggiunto. “Si dice che sono le politiche buoniste della sinistra ad attrarre immigrati, ma non è così”, ha affermato il capogruppo Paolo Trande. “Secondo studi autorevoli, le determinanti sono la demografia e l’economia: Giappone e Italia, i due paesi anagraficamente più vecchi, sono quelli che attirano di più”.

Nella replica, l’assessore Maletti ha ricordato che “le politiche migratorie del Comune non le decide il Comune, ma sono nazionali. E’ ad esempio stata confermata l’emergenza rispetto agli stranieri del nord Africa e il Governo, che finanzia le azioni, chiede agli enti locali di rispettare gli accordi”. Per l’assessore “il modello italiano di integrazione, diverso rispetto a quello francese o inglese, è quello che sta tenendo di più”.