In un momento in cui l’Italia e le sue Istituzioni si affannano per la risoluzione dei problemi economici, appare quantomeno singolare iscrivere nell’agenda politica Nazionale il tema della concessione della cittadinanza Italiana per i figli degli stranieri nati in Italia.

Qui non si tratta di negare un diritto. Infatti la cittadinanza Italiana è uno Status, qualcosa di molto più ampio, complesso e diverso. Passare, in una situazione finanziaria estremamente delicata come quella che stiamo attraversando, dal regime dello “jus sanguinis” a quello dello “jus soli”, significa trasformare la nostra Penisola in una calamita per le gestanti dell’intero Orbe Terracqueo; in particolare, ci trasformeremmo per condizioni geografiche e sociali in una sorta di sala parto che, anche qualora fosse limitata alla sola África – ma così non sarebbe- provocherebbe devastanti conseguenze economiche per lautomatismo dei ricongiungimenti familiari e dei relativi diritti.

Le spese fuori controllo di uno Stato Sociale impostato sul principio della cittadinanza per nascita sul territorio, provocherebbero un autentico collasso finanziario dalle implicazioni difficilmente prevedibili. Mi auguro che le parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano rimangano nell’ambito di un ideale quanto utopistico auspicio.

(Enrico Aimi – Pdl – Vice Presidente dell’Assemblea Legislativa dell’Emilia-Romagna)