La vicenda accaduta ad un cittadino modenese presso il day surgery di Baggiovara, apparsa domenica sugli organi d’informazione, merita alcune riflessioni.

Il paziente era in procinto di entrare in sala operatoria dopo una lunga attesa, ma all’ultimo è stato rimandato a casa con la sola giustificazione della fine del turno infermieristico.

Un fatto grave che non lascia indifferente il sindacato FP/CGIL di Modena che da tempo sta denunciando le difficoltà organizzative della sanità modenese.

Infatti, ci sembra di capire che il caso in questione non sia riconducibile ad un normale sforamento dei tempi di sala operatoria. Quello che è accaduto a Baggiovara è un vero e proprio allarme che suona, forte e chiaro, all’indirizzo di un’Azienda che non vuol riconoscere la carenza di personale, a partire da quello infermieristico e assistenziale.

Le Organizzazioni Sindacali hanno segnalato il progressivo ridursi del personale stimato intorno alle 200 unità di personale infermieristico e 50 fra operatori addetti all’assistenza di base, fisioterapisti, tecnici di radiologia e di laboratorio.

Il dato più significativo per il mantenimento di una buona assistenza e per la salute degli stessi operatori, riguarda il lavoro straordinario, che in Azienda USL ha raggiunto addirittura le 500.000 ore nel corso del 2009.

Questa mole di lavoro straordinario è servita fin qui all’Azienda USL proprio per assicurare il completamento degli interventi operatori e per garantire ogni giorno migliaia di buone prestazioni. Il continuo richiamo in servizio, in particolare del personale di sala operatoria, non permette neppure di rispettare le pause di riposo previste dalla legge europea e dal Contratto Nazionale di Lavoro.

Soltanto la settimana scorsa la Direzione ha deciso di rispondere alla richiesta formulata da oltre un anno dalle Organizzazioni Sindacali, aprendo un tavolo di trattativa specifico sulla realtà di Baggiovara, ma ancora una volta si è rifiutata di discutere sull’organizzazione del lavoro, anzi ha fatto sapere che pensa ad un a ulteriore riduzione del personale, naturalmente per ridurre i costi.

I cittadini modenesi si troveranno di fronte alla chiusura di servizi, alla riduzione dei posti letto e vedranno allungarsi ancora le liste di attesa.

Il personale sanitario gravato da carichi di lavoro insopportabili, non sarà in grado di svolgere al meglio la propria attività di cura.

La FP/CGIL non accetterà di assistere passivamente al declino della nostra sanità, proprio ora che un nuovo Piano Sanitario potrebbe trovare le risorse e le soluzioni organizzative per mantenere alta la qualità delle prestazioni nel nostro territorio. Azioni indispensabili oggi più che mai, di fronte ai tagli che il precedente Governo Berlusconi ha prodotto nei confronti del Fondo del Servizio Sanitario Nazionale.

Se non dovessero arrivare le risposte da tempo attese nei prossimi giorni saremo costretti, insieme alle altre organizzazioni sindacali, ad aprire una vertenza con la proclamazione dello stato di agitazione del personale affinché l’Azienda USL assuma subito tutto il personale necessario e assicuri il rispetto dei diritti dei lavoratori e dei pazienti.

(FP/CGIL Modena)