E’ stato approvato in Giunta, e oggi pomeriggio verrà sottoposto all’approvazione del Consiglio provinciale, il rinnovo della convenzione che sta alla base del sistema interbibliotecario provinciale, organizzazione che garantisce servizi per oltre 100.000 utenti sul territorio.

Tutte le biblioteche comunali, ed alcune delle biblioteche speciali (come quelle dell’Università di Modena e Reggio, di Bologna e del liceo scientifico Moro), aderiscono alla convenzione, rinnovata per il triennio 2012-2014, che mette in rete competenze per l’innalzamento degli standard qualitativi del servizio bibliotecario territoriale.

Oltre ai servizi centralizzati storici (catalogazione, prestito interbibliotecario, software per automazione, coordinamento e promozione) la convenzione 2012-2014 illustrata questa mattina dall’assessore provinciale alla Cultura Mirko Tutino e dal responsabile delle Politiche culturali della Provincia Fausto Branchetti prevede anche i nuovi e innovativi servizi di Media Library (biblioteca digitale a disposizione di tutti gli utenti previa iscrizione) e del Deposito unico per i libri scartati dalle biblioteche che potranno così essere gestiti nella maniera più efficace ed economica in un’unica struttura.

“Altra novità importante è l’ingresso nella rete provinciale del sistema bibliotecario urbano del Comune di Reggio Emilia con compiti e funzioni specifici: questa partecipazione consente finalmente di avere un unico sistema su tutto il territorio e di valorizzare/ottimizzare coordinamento e servizi che fanno parte del nostro welfare”, ha detto l’assessore Tutino, sottolineando come “il compito delle Province sia proprio quello di garantire servizi centralizzati a Comuni e strutture del territorio”.

Attualmente il sistema bibliotecario registra circa un milione e mezzo di prestiti all’anno e si configura come uno dei capisaldi nel perseguimento di politiche culturali , assumendo un ruolo di promozione della cultura e di aggregazione. La nuova convenzione prevede un impegno di 816.000 euro sui tre anni per la prosecuzione e lo sviluppo dei servizi legati alle biblioteche: la spesa di 272.000 euro all’anno sarà ripartita tra Provincia, Comuni aderenti e Regione Emilia-Romagna. La Provincia di Reggio Emilia aumenta il suo impegno da 80.000 a 100.000 euro confermando in questo modo di credere fermamente alle biblioteche come pezzo fondamentale del welfare locale e alla rete come modalità organizzativa indispensabile per erogare servizi efficienti per tutti. Forte impegno anche per i Comuni che passano da 128.000 a 149.000 euro (i restanti 23.000 euro annui saranno coperti dal contributo della Regione Emilia-Romagna nell’ambito della Legge regionale 18/2000).

Rispetto al triennio precedente l’aumento dei costi è stato estremamente contenuto – dovuto più che altro ad un adeguamento percentuale del costo del lavoro – a fronte della volontà di potenziare attività che migliorino il servizio per l’utenza, nell’ottica di una armonizzazione del servizio offerto da tutte le biblioteche e quindi di una armonizzazione verso l’alto degli standard qualitativi.

Con la convenzione la Provincia si impegna a garantire con continuità i servizi di:

– Catalogazione;

– Prestito Interbibliotecario;

– Reference (ovvero bibliografie e ricerche tematiche su richiesta di bibliotecari e utenti);

– Assistenza Informatica;

– Formazione dei bibliotecari;

– Promozione e Coordinamento delle attività;

e i nuovi servizi di:

– Deposito Unico Provinciale. Deposito in cui andare col tempo a convogliare i volumi in eccesso – vecchi, poco utilizzati dal prestito – rispetto alle biblioteche locali, per risparmiare spazio e risorse (niente magazzini locali, spese di eliminazione volumi, ottimizzazione del materiale);

– Centro Unico di Catalogazione (CUC) e il nuovo OPAC. Col CUC si intende un punto unico per la catalogazione delle biblioteche di tutta la provincia (tranne Panizzi che continua ad avere personale interno). Il servizio serve per ottimizzare risorse (personale locale con più tempo per rivolgersi al pubblico anziché catalogare) e convergere verso una standardizzazione del materiale. L’OPAC è invece l’acronimo di On-line Public Access Catalogue (ovvero Catalogo in rete ad accesso pubblico), ed è il catalogo informatizzato delle biblioteche.

– MediaLibrary OnLine. Servizio di biblioteca digitale. Attraverso pochi dati personali (codice fiscale, mail, tessera della biblioteca) è possibile iscriversi al servizio che mette a disposizione anche a casa milioni di materiale multimediali: file, audio, video…

Cosa fanno le biblioteche per il cittadino reggiano?

• 1.400.000 prestiti di cui oltre 350.000 di materiale multimediale

• oltre 100.000 accessi a internet

• oltre 500.000 transazioni informative

• corsi di alfabetizzazione informatica e utilizzo di internet

• consultazione di riviste ed enciclopedie

• conservazione e accesso all’informazione locale

• attività promozionali della lettura e del libro

Quanto ‘producono’ le biblioteche?

E’ stimato in 16 milioni 800.000 euro il risparmio virtuale per i cittadini reggiani grazie ai prestiti effettuati dalle biblioteche, difficilmente stimabili i risparmi in relazione ai servizi di consultazione, navigazione in internet, informazioni in generale, ricerche e formazione.

Quanto costano?

Costano (dato approssimativo) 8 milioni di euro, circa 16 euro per ogni cittadino reggiano (circa il costo di un libro all’anno)

Perché è necessario vengano sostenute nonostante le difficoltà economiche?

Perché tra i fattori di crescita sia economica sia civile di una società sempre più si indica la scolarità e la formazione come fattori decisivi: le biblioteche sono supporto fondamentale alla scuola e luogo di formazione continua per tutti i cittadini (gratuita)

Le biblioteche pubbliche insieme alla scuola e alla formazione professionale rappresentano uno strumento indispensabile per la formazione e l’INformazione continua del cittadino.

Un cittadino, più informato è più partecipe e consapevole dei propri diritti e doveri, più predisposto ai cambiamenti e a coglierne i benefici, utilizza correttamente i servizi costando meno alla collettività, è più aperto alla nuova società multietnica e alle potenzialità della globalizzazione.