Gli incontri organizzati nei giorni scorsi da Confesercenti nelle varie sedi territoriali della Provincia hanno visto una partecipazione sentita di circa duecento imprenditori, prevalentemente del commercio e dei servizi. Emerge innanzitutto una preoccupata consapevolezza dell’emergenza in cui si trova il paese. L’aggravarsi della crisi economica si riflette in modo diretto sull’andamento delle imprese che, secondo le ultime rilevazioni dell’Osservatorio Economico di Confesercenti Modena, nei primi nove mesi del 2011 perdono ancora fatturato sullo stesso periodo dello scorso anno: il settore alimentare flette del 2.2% mentre il calo del settore extra alimentare raggiunge il 5,2%, con un Natale alle porte che induce a previsioni sicuramente poco lusinghiere.
Insiste dunque uno scivolamento dei consumi che determina per le imprese una probabile chiusura dei bilanci a fine anno con accentuate sofferenze rispetto al già difficile 2010. A questo, sottolineano le imprese, si aggiungono le crescenti difficoltà di accesso al credito che diventa sempre più selettivo e con costi in vertiginoso aumento, con conseguente aggravamento della crisi di liquidità e grandi difficoltà a programmare investimenti.
“Rispetto a quanto si apprende circa le misure che intenderebbe assumere il governo – fa sapere Confesercenti Modena – gli imprenditori sono pienamente consci del passaggio stretto e delicato che sta attraversando il Paese, della necessità di rientrare dal deficit e di investire sulla crescita, al fine di evitare che il debito si avviti su se stesso. Pur tuttavia esprimono con forza tutta la loro preoccupazione rispetto ad un ulteriore aumento della pressione fiscale. Denunciando in primo luogo i rischi derivanti dall’aumento delle aliquote IVA, misure che deprimerebbero ulteriormente la domanda di consumi già pesantemente in flessione e provocherebbero una perdita di competitività alle nostre imprese turistiche, che già sopportano il peso di una aliquota superiore rispetto a quella in vigore negli altri paesi europei a maggiore vocazione turistica”.
“Gli imprenditori ritengono dunque che le risorse da destinare allo sviluppo, al sostegno dei consumi, all’abbassamento della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese quale condizioni necessarie per contrastare la già annunciata recessione del 2012 debbano essere ricercate prioritariamente attraverso provvedimenti di forte contenimento della spesa pubblica improduttiva, tesi in primo luogo a colpire le vaste aree di spreco, dal recupero dell’evasione fiscale e contributiva, anche aggredendo in maniera decisa l’economia sommersa e le ampie fasce di illegalità, che costituiscono un’insostenibile concorrenza sleale per le imprese che fanno del rispetto delle norme e della correttezza la propria regola primaria. Altro aspetto che gli imprenditori sottolineano con forza è la necessità di ridurre drasticamente il peso della burocrazia, ritenuto assurdo per un paese civile, sia in termini di costi che di ostacolo alla competitività delle imprese”.
“Vi è la convinzione invece che l’annunciato pacchetto di liberalizzazioni possa rappresentare un elemento di crescita e di sana competitività per la nostra economia, evidenziando altresì che il commercio è uno dei pochi settori realmente liberalizzato, definendo “una sciocchezza ai fini della maggior competitività delle imprese la deregolamentazione delle aperture domenicali decisa dal governo precedente”. Si ritiene invece che la crisi imponga alla politica ed alle istituzioni locali una diversa capacità di governo della rete commerciale, virando decisamente verso progetti di stimolo e di sostegno all’innovazione ed alla qualificazione della rete esistente. Ad iniziare dai centri storici e dalla rete diffusa negli agglomerati urbani”.
“Gli incontri che abbiamo organizzato sul territorio – dichiara il Direttore Generale di Confesercenti Modena Tamara Bertoni – ci hanno innanzitutto consentito un confronto diretto con le imprese. Un’analisi ancor più dettagliata di quelle che sono le loro difficoltà, di cui anche la politica nazionale e locale dovrebbe farsi maggior carico”.
“Rispetto all’aggravarsi della crisi ed alle misure che il Governo Monti si accingerebbe ad assumere, le categorie che rappresentiamo sono pronte a fare la loro parte inviando al contempo un messaggio chiaro: una forte sollecitazione affinché le tre parole d’ordine pronunciate dal Presidente Monti all’atto dell’insediamento: “Rigore, equità e crescita” trovino traduzione coerente nelle misure che si vanno ad assumere. E che le stesse siano chiaramente finalizzate a tracciare un futuro per il paese ad iniziare dai giovani. Gli imprenditori pur nella consapevolezza della gravità dei conti pubblici e della crisi ritengono tuttavia che un aumento della pressione fiscale sia destinata a deprimere ulteriormente i consumi, a frenare ancor di più la domanda interna e di conseguenza a rappresentare un oggettivo ostacolo alla crescita. Una crescita che comunque va sostenuta ricercando prevalentemente le risorse in una coerente riduzione della spesa pubblica improduttiva e attraverso misure di liberalizzazione e sburocratizzazione indispensabili per migliorare la competitività delle imprese”.

