L’agricoltura modenese nel 2011 continua a crescere di valore, anche se a un ritmo più lento rispetto al 2010. Le prime stime dell’assessorato Agricoltura della Provincia di Modena, registrano una lieve crescita rispetto all’anno precedente dello 0,2 per cento della produzione lorda vendibile arrivando a 523 milioni di euro di cui il 51,5 per cento sono produzioni vegetali, il resto deriva dalla zootecnia mentre il 48,5 per cento.
Il risultato scaturisce dall’andamento negativo delle produzioni vegetali (in calo dell’8,5 per cento complessivamente) combinato con i risultati positivi della zootecnia che registra un più 11 per cento grazie anche al settore lattiero caseario a più 16 per cento.
Nelle produzioni vegetali permangono fattori critici come i fruttiferi che, a causa dell’andamento climatico sfavorevole a diverse colture (pere, ciliegio), ma soprattutto la flessione dei prezzi di mercato dopo l’autentico boom del 2010, evidenziano un calo del 18 per cento del valore (era aumentata del 31 per cento nel 2010). Bene invece la vite che nonostante una contrazione della produzione registra un aumento del valore e i cereali (quasi più 20 per cento).
Nel settore delle carni, il buon andamento dei prezzi sta sostenendo una ripresa della carne suina, dopo crisi del settore degli ultimi anni; calano invece i valori della produzione per la carne bovina e ovicaprini.
«Il settore – sottolinea Giandomenico Tomei, assessore provinciale all’ Agricoltura – conferma il boom registrato del 2010, grazie ai buoni risultati delle nostre eccellenze come il parmigiano reggiano e la vite. Positivo anche il settore dei suini che invertono la tendenza negativa di questi ultimi anni».
Complessivamente le produzioni vegetali ammontano a oltre 269 milioni di euro. Le colture industriali (barbabietola e soia) scendono del 12 per cento, mentre le orticole (tra cui il pomodoro, cocomero, melone, patate, cipolle e piselli) sono in calo del 5 per cento: bene il melone e la fragola, male il cocomero e la patata.
La zootecnia modenese vale 253 milioni di euro. Oltre al latte per la produzione di parmigiano-reggiano, bene la carne suina, in ripresa (anche se i capi continuano a scendere), ed equina e degli avicoli, male invece il latte e la carne di ovi-caprino e i conigli.
Nella graduatoria dei prodotti più significativi del territorio modenese al primo posto spicca il latte per la produzione di parmigiano reggiano che da solo rappresenta il 34 per cento (con un valore di oltre 177 milioni) della produzione lorda vendibile, al secondo posto il pero con il 16 per cento, la carne suina e la vite sono al terzo posto con il 9 per cento; poi il granoturco (7 per cento, frumento (6 per cento), la carne bovina, ciliegio, susino, sorgo, barbabietola e melo.
BENE CEREALI, MALE LA FRUTTA IN CALO PERE E CILIEGIE, AUMENTANO VITE E POMODORI
L’andamento produttivo e di mercato del settore delle produzioni vegetali registra un calo della produzione lorda vendibile dell’8,5 (nel 2010 si era registrato un boom dei prezzi che aveva portato a un incremento della produzione del 34 per cento rispetto al 2009). Le ragioni sono in buna parte l’andamento climatico sfavorevole a diverse colture, ma soprattutto la flessione dei prezzi.
In questo contesto i cereali registrano un aumento della produzione del 19 per cento (dopo un più 68 per cento nel 2010) grazie ad un buon andamento di frumento tenero, granoturco, riso e sorgo, in calo frumento duro e orzo.
Le industriali a causa del calo di superficie della barbabietola registrano un andamento di mercato negativo (meno 12 per cento); male la soia (meno 25 per cento), bene colza (più 66 per cento) e girasole (più 84 per cento).
Nelle orticole bene il pomodoro (più 13 per cento), il melone (più 44 per cento) e la fragola (più 45 per cento); male invece il cocomero (meno 58 per cento) a causa del calo dei prezzi mentre la patata (meno 89 per cento), i fagioli e fagiolini (meno 33 per cento) e i piselli (meno 52 per cento) calano anche per effetto della diminuzione della superficie a produzione.
Nel settore delle arboree il pero cala del 29 per cento, il ciliegio del 34 per cento, mentre l’albicocco cresce del 15 per cento; segnali soddisfacenti vengono dalla vite che registra un aumento del valore dell’11 per cento soprattutto grazie all’aumento dei prezzi mentre cala la superficie anche per gli interventi di ammodernamento.
LA ZOOTECNIA CRESCE DELL’11% BENE IL LATTE PER PARMIGIANO REGGIANO, PIÙ CAPI BOVINI
La zootecnia modenese chiude il 2011 con un segno positivo rispetto al 2010. Il valore delle produzioni del settore nel suo complesso registra una crescita dell’ 11,5 per cento rispetto all’anno precedente grazie soprattutto al parmigiano reggiano e ai prezzi positivi delle carni suine.
Il settore lattiero-caseario segna la crescita maggiore con un più 16 per cento che arriva dopo il più 13 per cento del 2010. Il valore della produzione delle carni bovine cala del 5,4 per cento, come i conigli (meno 17 per cento) e gli ovi-caprini (meno 19 per cento); bene invece i suini (più 6,3 per cento), gli avicoli (più 5 per cento) e le uova (più 1,4 per cento).
Permangono, tuttavia, i problemi strutturali, come la progressiva diminuzione del numero dei capi che interessa trasversalmente tutti i settori anche se nel 2011 si è registrata una ripresa del numero dei bovini (saliti da 92.893 capi a 94.458 dopo anni di costante diminuzione); calano ancora i capi suini che arrivano a 320.049 (nel 2022 i suini nel modenese erano 473.195) con conseguente calo dei quintali di carne prodotti arrivati nel 2011 a poco oltre 362mila mentre nel 2002 nel modenese si producevano quasi un milione di quintali di carne suina.
Per quanto riguarda la zootecnia minore si registra un calo degli ovini da 4.437 a 3.788 capi, mentre i caprini scendono da 2.503 a 2.387 capi. Salgono invece gli equini con un incremento da 4.104 a 4.190, in gran parte cavalli.