Dal primo gennaio 2012 i modenesi potranno fare la spesa nelle medie e grandi strutture, come nei piccoli negozi tradizionali, praticamente ogni domenica dell’anno, con la sola esclusione delle feste intoccabili per legge come Natale o Pasqua. Il Consiglio comunale di Modena, nella seduta di lunedì 5 dicembre, ha approvato quasi all’unanimità i criteri per la definizione del calendario delle aperture domenicali e festive degli esercizi con attività di vendita al dettaglio. Hanno votato a favore Pd, Sinistra per Modena, Pdl, Modenacinquestelle.it, Mpa e Lega moderna, mentre si sono astenuti Lega nord e Idv.
“Era dal 1998 che si tentava di giungere a un accordo unitario e unanime tra associazioni di categoria, sindacati dei lavoratori, associazioni dei consumatori, media e grande distribuzione. Con grande soddisfazione di tutti, ci si è riusciti nel novembre di quest’anno”, ha detto l’assessore alle Politiche economiche Graziano Pini illustrando la delibera.
Il calendario prevede la copertura completa e diffusa dei servizi commerciali al dettaglio in tutte le festività nell’arco dell’anno (anche ad agosto). In sostanza, saranno aperti almeno un certo numero di strutture, anche piccoli negozi tradizionali, in ogni zona della città, mentre prima era possibile tenere aperto autonomamente solo in centro storico, essendo Modena classificata città d’arte. “Altra importante novità – ha sottolineato Pini – è la flessibilità consentita per gli esercizi tradizionali e per quelli non ricompresi nella turnazione preventivata, che dovranno indicare a inizio anno le otto festività scelte, ma potranno derogare autonomamente per due, comunicandolo con breve anticipo”. Se, per esempio, nel quartiere si svolge una festa o una sagra, o se decidono di realizzare un’iniziativa di promozione, possono rinunciare a due delle otto prestabilite scambiandole con due date di loro interesse.
L’assessore ha inoltre spiegato che l’ossatura della turnazione si fonda sui cosiddetti centri di vicinato che, dato il numero e la diffusione sul territorio, hanno concordato un calendario, una vera mappa di servizio, ma tutte le componenti sono state attivate e hanno rinunciato a qualcosa in nome del bene comune. “Nel 2012 ogni famiglia – ha affermato Pini – saprà in anticipo dover poter fare la spesa in ogni domenica dell’anno: è un importante risultato ottenuto dal tavolo di concertazione. L’assessore ha inoltre spiegato che il sindaco ha sollecitato il presidente della Regione e il presidente dell’Anci, affinché anche nel resto del Paese sia possibile arrivare a simili accordi.
“Assieme alle associazioni di categoria – ha aggiunto Pini – abbiamo inoltre chiesto alla Regione che Modena possa continuare a essere città d’arte solo in centro storico. Anche se siamo ancora in attesa della risposta, sappiamo per certo che la Regione è intenzionata a presentare un emendamento alla finanziaria introducendo un elenco delle città d’arte emiliano romagnole, nel tutto o nelle loro parti, a seconda di quanto deciso dai Comuni”.
IL DIBATTITO IN AULA
Il dibattito consiliare, che ieri ha preceduto l’approvazione del piano delle aperture festive degli esercizi commerciali, è stato aperto dall’intervento di Vittorio Ballestrazzi (Modenacinquestelle.it). Il consigliere si è espresso a favore della delibera “che sembra favorire i piccoli esercizi, mentre in passato l’Amministrazione ha sempre agevolato i grandi centri commerciali, tanto che il Grandemilia è diventato il secondo o addirittura il primo centro della città. In sede di dichiarazioni di voto, Ballestrazzi ha sottolineato come la manovra governativa vada a incidere sulle liberalizzazioni, “una logica in cui va inserita anche la delibera di oggi”, ha detto, riservandosi di verificare tra alcuni mesi con un’interrogazione se l’accordo ha portato frutti”.
Per il Pd, Stefano Prampolini ha ribadito come “la circolare ministeriale sulle città d’arte rischi di vanificare la delibera” e, parlando dell’aspetto etico sollevato dal lavoro festivo, ha sottolineato che “l’educazione alla festa nasce in ambito familiare, mentre fare della festa un momento di partecipazione collettiva è sempre più difficile”. Per Stefano Goldoni “l’accordo introduce maggiore flessibilità ma nel rispetto dei diritti dei lavoratori; i centri di vicinato rappresentano l’ossatura del commercio” e, infine, “i migliori sostenitori dell’accordo sono le associazioni dei consumatori e dei lavoratori”. Giulio Guerzoni ha espresso soddisfazione per l’accordo “preferibile rispetto alla liberalizzazione totale” e ha osservato come “equilibrio e concertazione siano la strada giusta da percorrere per garantire i diritti di tutti”. Secondo Enrico Artioli “la liberalizzazione indiscriminata segnarebbe la morte dei piccoli negozi rispetto ai grandi; l’accordo invece non introduce ulteriori aperture, bensì la loro riorganizzazione temporale con un ulteriore aspetto positivo, cioè che il calendario delle aperture ruota attorno ai centri di vicinato”.
Anche per il capogruppo del Pdl, Adolfo Morandi il riposo domenicale e il valore della festività vanno salvaguardati ma attengono alla sfera personale e “l’accordo, a cui si è arrivati dopo un lungo confronto tra tutte le associazioni, va incontro alle esigenze di una grande parte della popolazione che durante la settimana lavora”.
A parere di Sergio Celloni, Mpa, l’Amministrazione ha fatto bene “ad andare incontro alle esigenze dei piccoli commercianti che però, non avendo il ricarico di personale della grande distribuzione, potrebbero un domani trovarsi in difficoltà”, mentre “la legge Bersani-Bassanini liberalizzando le licenze ha reso il peggior servizio al commercio”.
Dal capogruppo di Lega moderna Nicola Rossi sono giunti apprezzamenti all’operato dell’assessore: “Ci auguriamo che tali interventi continuino – ha detto – siano rigorosi e facciano cambiare il modo di fare politica che finora c’è stato”.
Eugenia Rossi dell’Idv si è detta in linea di massima favorevole, non ad una deregulation, ma alla liberalizzazione in senso vero. E ha messo in guardia: “Siamo di fronte alla non facile ricerca di un equilibrio fra i diritti dei lavoratori e quelli degli esercenti, oltre che tra i potenti centri commerciali e i piccoli esercenti”.
Per Stefano Barberini della Lega nord questo lavoro andava fatto anni fa. “Si sono invece agevolati supermercati e grande distribuzione, con il risultato che il centro storico è praticamente deserto e piccoli negozi sono stati costretti a chiudere. Vedere oggi questa delibera mi fa pensare che chi ha preceduto l’assessore Pini non abbia lavorato bene”.
Concludendo il dibattito l’assessore alle Politiche economiche Graziano Pini ha ricordato come all’idea dell’accordo aveva lavorato anche il precedente assessore. “Il merito – ha affermato – non va ascritto al singolo assessore, ma a tutti i rappresentanti delle organizzazioni e in particolare anche a quello della grande distribuzione. Inoltre, il piccolo commercio tradizionale ha un ruolo anche sociale che continuerò a difendere”, ha aggiunto, anticipando che il calendario con le aperture festive sarà distribuito alle famiglie.

