“Come volevasi dimostrare. Per anni abbiamo predicato, inascoltati, che era necessario cambiare radicalmente il sistema di welfare a Modena. Ora che di soldi ne arrivano ancora meno con il Governo Monti e senza avere più il comodo alibi di Berlusconi i nodi sono arrivati al pettine. Sapevamo tutti da tempo che il mostruoso debito pubblico nazionale e la crisi internazionale avrebbero richiesto a tutti i livelli di scelte coraggiose e a volte anche molto dolorose. Eppure, nonostante questa diffusa consapevolezza, la maggioranza di sinistra che governa Modena ha continuato a rimandare per motivi ideologici le scelte da fare”.
Lo afferma il Consigliere regionale del Popolo della Libertà, Andrea Leoni, a seguito delle dichiarazioni del Sindaco di Modena Giorgio Pighi sulle ripercussioni che la dura manovra finanziaria del Governo Monti avrà sul Comune di Modena.
“Avevamo avvertito da tempo che così il sistema modenese non avrebbe retto. Per anni, bilancio dopo bilancio, abbiamo chiesto di rivedere strutturalmente i capitoli di spesa. Per farlo però si doveva avere il coraggio di abbandonare vecchie posizioni ideologiche, come ad esempio quella delle esternalizzazioni di determinati servizi. Per anni invece si è preferito continuare ad aumentare sistematicamente imposte e tariffe locali. Aumentavano le tasse locali e si continuavano a finanziare convegni multietnici e una marea di spese assolutamente inaccettabili. Ora siamo davvero arrivati alla fine. Non c’è altra strada se non quella di rivedere profondamente il modo di gestire le politiche pubbliche. Bisogna semplificare la burocrazia, procedere con le esternalizzazioni dei servizi e naturalmente usare l’accetta con tutte le spese non essenziali come ad esempio le mostre dei bonghi. La sinistra ha la responsabilità politica di non aver voluto fare queste cose necessario. Quello che è certo è che non sarebbe davvero accettabile che prima di questi interventi la Giunta Pighi si limitasse solo ad aumentare le tasse”.

