Federpubblicità di Modena, federazione sindacale degli operatori della pubblicità in seno a Confesercenti, si affianca all’azione promossa dalle associazioni di categoria del settore del commercio tra cui Confesercenti, intervenendo in merito alle sanzioni inviate di recente a Modena a più di 400 operatori del settore del commercio in relazione alle imposte sulla pubblicità. Poco più di un anno fa l’organizzazione delle agenzie di comunicazione modenesi, per bocca del presidente provinciale (ora anche regionale) Claudio Varetto, si era schierata contro la pubblicità abusiva, ritenendo indispensabili la chiarezza e la correttezza: con lo stesso spirito oggi l’associazione richiede regolamenti sulla pubblicità chiari, comprensibili e noti a tutti. Se cambiano le interpretazioni – comunque consolidate negli anni (l’ultima variazione del regolamento del Comune di Modena in materia risale al 2004) – occorre farlo sapere prima, evitando che lo si venga sapere attraverso centinaia di sanzioni inviate a commercianti che hanno agito in buona fede.

Federpubblicità mette a disposizione la propria esperienza e competenza tecnica al fine di favorire la formazione di un tavolo tecnico che proceda alla identificazione il più possibile comune delle fattispecie e di concertare con tutti i soggetti un quadro normativo di riferimento chiaro e condiviso che consenta agli operatori del commercio, in armonia con quanto accade per altre categorie di soggetti per i quali la pubblicità si trova ad essere fortemente regolamentata come ad esempio l’informazione pubblicitaria delle società farmaceutiche o delle società quotate, soggetta al Regolamento di Borsa Italiana e di Consob in ottemperanza delle disposizioni del T.U.F. – caso tra i più evidenti di correttezza nella formulazione della normativa secondaria e della sua pubblicità. E’ un bene per tutti che siano chiare e condivise le regole del gioco e vi sia una chiara integrazione delle normative di riferimento quali gli obblighi di trasparenza verso il consumatore – come è stato finora inteso ad esempio l’obbligo di esporre prezzi e menù – e la comunicazione più prettamente pubblicitaria. La finalità principale è quella di concorrere anche con la pubblicità a fornire informazioni complete, veritiere ed esaustive per il consumatore.

Federpubblicità evidenzia tuttavia una oggettiva frantumazione regolamentare esistente sul territorio provinciale con dispositivi diversi comune per comune e in taluni casi, come per il Comune di Modena, con la presenza addirittura di due Regolamenti distinti e altri allegati che regolano la materia: una pluralità di interventi stratificati negli anni che, lungi dall’essere esaustiva, al contrario lascia spazi interpretativi incomprensibili per una normativa secondaria che di fatto è pensata dal legislatore per garantire equità, uniformità e pubblicità alla materia garantendo a tutti gli operatori, commercianti, agenzie ma anche società di riscossione come I.C.A. società unipersonale s.r.l., un quadro di riferimenti certi e consolidato nonché aderente alle specificità del territorio.

Le sanzioni che a sorpresa sono arrivate a centinaia di commercianti modenesi non sono purtroppo un caso isolato. Molteplici casi analoghi si stanno verificando in più realtà italiane (negli ultimi giorni ad esempio anche a Terni e a Mantova, dove il gestore è sempre ICA), senza che sia intervenuta una variazione recente dei corrispondenti regolamenti che di fatto costituiscono il quadro di riferimento locale per il commercio e nel contempo dovrebbero delineare un contesto certo delle imposte da pagare e quindi l’ambito delle conseguenti sanzioni. Per questo la federazione degli operatori della pubblicità sta valutando iniziative anche a livello regionale e nazionale finalizzate a chiedere ai comuni una maggiore informazione sulle modifiche specie se intervengono con una carica interpretativa difforme rispetto alla prassi consolidata negli anni e ritenuta in buonafede corretta dagli operatori commerciali.

La disponibilità di Federpubblicità si inserisce nel quadro di iniziative a sostegno degli operatori del commercio che si trovano a dover fronteggiare le difficoltà della recessione con conseguente calo dei fatturati sia in termini di riduzione degli addetti e del numero di imprese attive. La stagnazione dei consumi aggredisce tutti i comparti del settore e anche per i prossimi mesi le aspettative permangono negative. Se a questo si aggiunge una normativa frantumata e non organica, con un’applicazione vessativa delle sanzioni, si creano le premesse per un ulteriore restrizione del settore con risvolti negativi sia a livello economico che di tessuto sociale.

“Al di là delle valutazioni più strettamente giuridiche o formali, che verranno affrontate nelle sedi opportune, credo sia innegabile che quello che è mancata è stata proprio un po’ di pubblicità – nel senso più etimologico del termine, ovvero “rendere pubblico” – che avrebbe garantito non solo una parità informativa fra gli attori ma avrebbe permesso quella concertazione fra le parti che in periodi di grande difficoltà economica può creare un clima di maggior consenso”, conclude Claudio Varetto, Presidente provinciale di Federpubblicità.