Democenter-Sipe, la società consortile nata per diffondere innovazione promuovendo e valorizzando le attività di ricerca e sviluppo a favore delle imprese, diventa una fondazione. Il Consiglio comunale di Modena ha approvato la proposta e il nuovo statuto della Fondazione Democenter-Sipe nella seduta di giovedì 22 dicembre. Hanno votato a favore della delibera Pd, Sinistra per Modena, Idv, Udc e parte del Pdl (Gian Carlo Pellacani, Pier Luigi Taddei e Andrea Galli), mentre si sono astenuti il capogruppo Adolfo Morandi, Michele Barcaiuolo e Sandro Bellei, oltre a Modenacinquestelle.it e Mpa.

“Democenter, di cui il Comune di Modena è socio con una quota pari al 14,25%, è il maggior centro di trasferimento tecnologico della Regione Emilia-Romagna – ha affermato l’assessore alle Politiche economiche e Società partecipate Graziano Pini – servendosi di strumenti e servizi in grado di valutare la fattibilità dei progetti e la loro potenziale efficacia, il centro sostiene le imprese nel percorso dall’idea innovativa alla realizzazione”. Nel corso dell’anno, 391 aziende, per lo più modenesi, si sono avvalse delle opportunità offerte da Democenter-Sipe e, di queste, 171 hanno sviluppato progetti o attività orientati all’innovazione.

“Attraverso l’attività di ricerca scientifica applicata – ha continuato Pini – Democenter svolge un importante ruolo a favore dello sviluppo del tessuto economico modenese, offrendo alle imprese gli strumenti operativi per incrementare il grado di sviluppo tecnologico e supportandole nell’accesso alle tecnologie più avanzate e nel miglioramento del profilo delle risorse umane”.

Oggi Democenter-Sipe è una società consortile con quasi 90 soci; ne fanno parte, oltre al Comune di Modena, la Camera di Commercio, la Provincia, l’Università di Modena e Reggio Emilia, quella di Bologna, istituzioni, associazioni di categoria, fondazioni bancarie e oltre 60 imprese del territorio.

“La trasformazione da società consortile a responsabilità limitata a fondazione – ha spiegato l’assessore – consentirà in primo luogo di accentuare il carattere di soggetto non imprenditoriale e senza scopo di lucro, rafforzandone la classificazione fra gli organismi di diritto pubblico. Nello specifico, si tratterà di una fondazione di partecipazione che, rispetto al modello tradizionale, consente maggiore flessibilità, introducendo alcuni caratteri tipici dell’associazione. In particolare, permette a soggetti molto diversi, quali imprese, associazioni di categoria, enti locali, università e fondazioni bancarie di sostenere e promuovere un medesimo progetto attraverso un soggetto autonomo e non condizionato dalle diverse finalità dei fondatori. Molti organismi che lavorano nel campo della ricerca, dove è fondamentale poter accedere a finanziamenti pubblici, lo hanno adottato”. La forma giuridica della fondazione permetterà inoltre di poter ricevere erogazioni anche dalle fondazioni bancarie. Infine l’assessore ha sottolineato che con la trasformazione si potrà perseguire un progetto di piena integrazione fra le funzioni di trasferimento tecnologico esercitate da Democenter-Sipe e quelle svolte dall’Ateneo attraverso l’ufficio Ilo.

“La collaborazione fra Democenter e l’Università è consolidata da tempo e nel corso dell’ultimo triennio ha contribuito in modo decisivo ad attivare rapporti con 128 imprese, dando vita a progetti di ricerca che hanno tra l’altro portato finanziamenti pubblici all’Ateneo pari a 3 milioni 686 mila euro”, ha osservato Pini. “Inizialmente faranno parte della Fondazione Democenter-Sipe, in qualità di fondatori, tutti gli attuali consorziati della società consortile. La fondazione avrà un consiglio di amministrazione formato da 5 persone e un comitato tecnico-scientifico di 11 componenti, di cui 6 indicati dall’Università e 5 dal mondo delle imprese. Tutti svolgeranno la loro funzione gratuitamente”, ha concluso l’assessore.

IL DIBATTITO

Il dibattito consiliare su Democenter-Sipe è stato aperto da Giancarlo Pellacani del Pdl che si è espresso a favore, poiché si tratta “di uno dei migliori centri tecnologici a livello nazionale e la trasformazione in fondazione è segno della maggior autonomia raggiunta nel ruolo di cerniera tra ricerca e imprese”. Il consigliere ha anche sottolineato “i risultati estremamente positivi raggiunti dal Centro e la sua collocazione all’interno dell’Università, ricordando infine che per Democenter è prevista la costruzione di una sede autonoma, sempre all’interno del perimetro della facoltà di Ingegneria”. La trasformazione è “utile” per il capogruppo del Pdl Adolfo Morandi per “la particolare attività di Democenter che eroga servizi complessi senza l’esclusiva finalità di produrre utile”. Per il consigliere sarà positivo tener ben separate l’attività commerciale da quella di ricerca, ma continuerà a esistere “un problema di riservatezza e di segreto industriale”; una perplessità riguarda invece il consiglio di amministrazione e chi sarà a dirigere Democenter-Sipe.

Per l’Idv, Eugenia Rossi ha evidenziato quattro aspetti fondamentali: “Democenter mette in rete vari soggetti ed elabora progetti per i giovani; inoltre la modalità della fondazione faciliterà l’accesso a finanziamenti e favorirà le relazioni internazionali del centro”. La consigliera ha quindi chiesto “se si potrà avere un report annuale sull’andamento dei lavori e dei progetti, perché è importante condividerli con la cittadinanza”.

Per il Pd, Guliana Urbelli ha rimarcato “l’alto numero di aziende che con Democenter hanno sviluppato progetti innovativi e il ruolo dell’Università, determinante nell’allacciare rapporti con imprese”. Inoltre, la consigliera ha osservato che “la fondazione di partecipazione è una forma giuridica più consona a una realtà che deve avere carattere no profit” e che in tal modo “Democenter può ricevere finanziamenti da istituti che prima non avrebbero potuto farlo, come le fondazioni bancarie”. Per Stefano Prampolini la trasformazione potrà “favorire la collaborazione tra Università e mondo dell’industria, oltre che valorizzare i risultati della ricerca; inoltre il nuovo assetto si pone l’obiettivo di sviluppare il capitale umano e di promuovere scambi con realtà nazionali e internazionali”. Infine, dal punto di vista fiscale, “la fondazione ha un profilo più complesso, ma essendo un ente non commerciale viene tassato solo quando agisce in modo commerciale, quindi dovranno essere tenute distinte le contabilità”. In sede di dichiarazioni di voto Salvatore Cotrino ha definito il centro “tra i migliori di Italia; un esempio di collaborazione virtuosa” e ha evidenziato che “con la trasformazione in fondazione si agevolano le attività di fund raising”.

Sergio Celloni di Mpa ha invece espresso alcune perplessità, innanzitutto legate al fatto che l’attività di Democenter ha ricadute solo su una minoranza delle migliaia di imprese che costituiscono il tessuto economico territoriale. “Da anni – ha aggiunto – sento parlare di cabina di regia, ma ancora non si è fatto molto; il miglior modo per agevolare le imprese è rivolgersi direttamente a esse”. In sede dichiarazione di voto, Celloni ha aggiunto che “la politica deve stare fuori dal mondo dell’impresa”.

Vittorio Ballestrazzi di Modenacinquestelle.it ha avanzato dubbi legati al fatto che è di Democenter il progetto per l’Autodromo di Marzaglia, quando a dirigere il centro era l’attuale assessore alla Trasformazione urbana. “Il progetto – ha detto – non era per nulla innovativo, ma faceva guadagnare soldi alla società, senza pensare alle conseguenze che avrebbe avuto sull’ambiente, sulle risorse idriche e sulla vita delle persone”. Infine, il consigliere ha annunciato l’astensione dando fiducia alla nuova forma della fondazione che attraverso la delibera il Centro assumerà .

“La delibera va nella direzione giusta” per Davide Torrini dell’Udc, secondo il quale l’unico difetto di Democenter è “aver tentato di ridare una verginità a Sipe, che con il maggior centro innovativo della Regione poco c’entra”. Torrini ha infine auspicato che Democenter “possa continuare a essere un valido strumento sia per il mondo della ricerca, sia soprattutto per quello dell’impresa, per trovare con percorsi e progetti innovativi risposte alla necessità d’innovazione, l’unico fronte in cui le imprese del territorio possono essere competitive”.

Anche il sindaco Giorgio Pighi ha sottolineato soprattutto “l’assai positiva convergenza tra Università, Camera di commercio, enti locali e l’impegno di chi ha dato vita e lavorato al progetto Democenter”.

Infine, l’assessore alle Politiche economiche Graziano Pini ha rimarcato “il ruolo della politica nel facilitare il difficile dialogo tra imprese e mondo della ricerca” e si è fatto carico della richiesta di ottenere da Democenter un report annuale condividendone l’importanza.