Nel modenese nel 2010 le cave autorizzate erano 54 (cinque in meno rispetto alle 59 del 2008), ma solo in 31 di queste sono state effettuate estrazioni di materiale. Nel triennio dal 2008 al 2010 sono calati i quantitativi scavati che sono passati dal circa un milione e 200 metri cubi complessivi del 2008 (tra ghiaie, sabbie e argille) ai circa 781 mila metri cubi estratti nel 2010.

Sono solo alcuni dei dati contenuti nella relazione di monitoraggio delle attività estrattive nel periodo 2008-2010, presentata mercoledì 21 dicembre in Consiglio provinciale da Stefano Vaccari, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena.

«Abbiamo fatto il punto della situazione – ha sottolineato Vaccari – in vista della piena attuazione del nuovo Piano delle attività estrattive approvato nel 2009 che avrà i suoi primi effetti a partire dal 2012. La diminuzione dei quantitativi estratti in questi ultimi anni rappresenta certamente un segnale della crisi in atto, ma dipende anche in parte proprio dalla necessità di completare con i Comuni tutte le procedure per l’avvio del nuovo Piano che rivede che in gran parte le regole e criteri, all’insegna di una maggiore tutela ambientale. I fabbisogni previsti nel 2009 tenevano conto della necessità di fornire i materiali estrattivi per alcune opere viarie importanti tra cui la Cispadana, la terza corsia dell’Autobrennero e la bretella che devono ancora partire».

Dalla fotografia del 2010 emerge che in 44 cave si estrae sabbia e ghiaia, in quattro argille per ceramiche, tre argille per laterizi, due pietre da taglio e una sabbia per ceramiche. Nella relazione sono forniti anche i dati sulla distribuzione sul territorio delle attività estrattive: a Modena sempre nel 2010 le cave autorizzate sono nove, a S.Cesario sul Panaro 12, Sassuolo 14, tre a Spilamberto, Pavullo e Prignano, due a Castelfranco Emilia e Formigine e una rispettivamente a Campogalliano, Concordia, Frassinoro, Montecreto, Palagano e Zocca. Le ditte impegnate nell’attività nel modenese sono 27 nel 2010 contro le 35 del 2008.

Sono diminuiti anche i frantoi, da 33 a 29, per effetto delle demolizioni previste dal Piano provinciale allo scopo di allontanare progressivamente questi impianti dalle rive dei fiumi, dove furono costruiti decenni fa, un percorso che – sottolinea Vaccari – «proseguirà anche con il nuovo Piano per liberare definitivamente i nostri fiumi da questi impianti che hanno un pesante impatto ambientale».

Nella relazione si riassume anche l’attività di recupero delle cave dimesse, un obbligo per i cavatori previsto dalla legge regionale. Nel periodo considerato sono stati recuperate con nuovi rimboschimenti e rinaturalizzazioni 18 cave esaurite mentre per altre tre il recupero è stato parziale.

IL PIANO APPROVATO NEL 2009 TUTELE AMBIENTALI, FABBISOGNI PER EDILIZIA E STRADE

Il Piano provinciale delle attività estrattive approvato nel 2009 entra a pieno regime nel 2012 dopo gli adeguamenti dei Comuni dei rispettivi piani comunali.

Sulla base delle previsioni dello sviluppo economico e demografico dei prossimi anni, il Piano individua un fabbisogno stimato massimo di inerti di oltre 23 milioni di metri cubi per l’edilizia e circa 27 per le infrastrutture tra cui spiccano la costruzione dell’autostrada Cispadana, la bretella Campogalliano-Sassuolo e la terza corsia dell’A22 Abetone-Brennero nel territorio modenese.

«Il Piano del 2009 – spiega l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari – prevede garanzie e tutele ambientali a cominciare dal vincolo delle profondità massime (tra i 10 e i 15 metri) e l’introduzione del monitoraggio ambientale in base ad un’intesa con Arpa che prevede il controllo costante dei principali fattori ambientali».

Il Piano prevede il principio dell’autosufficienza, la previsione di nessun nuovo polo estrattivo di ghiaie, la qualificazione delle aree vicino ai fiumi attraverso lo spostamento di gran parte dei frantoi; il recupero ambientale delle cave dimesse anche per aumentare la capacità delle casse di espansione dei fiumi.

Per quanto riguarda i controlli, tra il 2010 e il 2011 le 54 cave presenti nel modenese sono state controllate in media circa quattro volte ciascuna (i sopralluoghi sono stati oltre 200) dai tecnici della Provincia di Modena secondo una duplice modalità: dai tecnici dell’Ufficio controlli cave intercomunale (Ucci) sulla base dell’intesa con i Comuni e dai tecnici dell’Ufficio cave della Provincia nell’ambito delle verifiche previste dalla legge regionale sulla polizia mineraria.

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO PROVINCIALE “IL PIANO FUNZIONA”, “NO, È SOVRADIMENSIONATO”

Nel dibattito svoltosi a seguito della presentazione della relazione di monitoraggio sulle attività estrattive dal 2008 al 2010, Luca Gozzoli (Pd) ha affermato che il resoconto «consente di confrontare le previsioni con lo stato di attuazione e con la situazione reale dopo due anni. Una conoscenza che ci permetterà di avere più voce in capitolo nelle prossime programmazioni». Dante Mazzi (Pdl), secondo il quale il monitoraggio evidenzia che il piano delle attività estrattive «è sovradimensionato rispetto alle necessità», ha sottolineato il problema «della trasformazione dei fondi agricoli in terreni per scavare con la conseguente perdita dell’Ici per i Comuni» e il fatto che nella relazione «manca il punto sui controlli e sulle sanzioni ai Comuni». «I controlli ci sono», ha replicato Ivano Mantovani (Pd) per il quale le quantità scavate sono minori perché «il settore risente della crisi. Ma il piano funziona e i ripristini ci sono».

Per Patrizia Cuzzani (gruppo Misto) la relazione è «insufficiente sulla situazione dei ripristini per la quale serve maggiore approfondimento», mentre Serena Bergamini (Pd) ha approvato i controlli invitando però «ad accompagnare le imprese del settore nella corretta applicazione delle prescrizioni». Lorenzo Biagi (Lega nord) ha osservato che non si può fare il punto della situazione senza tenere conto dell’esonero dall’obbligo di adottare il piano delle attività estrattive concesso al Comune di Cavezzo.

PER CAVEZZO ESONERO TEMPORANEO DAL PAE DIFFICOLTOSA LA VIABILITÀ ATTUALE DEI MEZZI DI CAVA

L’esonero temporaneo dall’obbligo di adottare il Piano comunale delle attività estrattive (Pae) è stato concesso dalla Provincia di Modena al Comune di Cavezzo. La delibera è stata approvata dal Consiglio provinciale con il favorevole di Pd, Idv e gruppo Misto. La Lega nord si è astenuta mentre il Pdl non ha partecipato al voto.

Come ha spiegato l’assessore provinciale all’Ambiente Stefano Vaccari, in base al Piae della Provincia nel Comune di Cavezzo ricade parte del Polo estrattivo Ponte Motta con una previsione di estrazione di 700 mila metri cubi di limi sabbiosi. Il polo Ponte Motta è stato inserito nel piano come supporto alla realizzazione della Cispadana perché collocato in prossimità del tracciato. Il Comune di Cavezzo però ha chiesto l’esonero dall’obbligo di adottare il Pae motivandolo con il fatto che la mancanza di un progetto definitivo della Cispadana rende difficoltoso definire il modo razionale la viabilità comunale di collegamento tra il polo estrattivo e l’area di cantiere: la viabilità attuale, cioè, non consente la circolazione dei mezzi di cava. «La previsione del Polo Ponte Motta rimane nel Piano provinciale – ha sottolineato Vaccari – e non appena la situazione si definirà il Comune di Cavezzo appronterà il proprio piano».

Secondo Denis Zavatti e Lorenzo Biagi (Lega nord) non è comprensibile «come mai allora non concedere l’esonero anche ad altri Comuni e come mai la realizzazione della Cispadana possa essere incerta per Cavezzo mentre altri Comuni l’hanno inserita negli strumenti di pianificazione». Anche Dante Mazzi (Pdl) si è detto perplesso «visto che il preliminare della Cispadana c’è e i materiali estratti a Cavezzo potrebbero essere necessari». Il capogruppo Pdl ha poi motivato la non partecipazione al voto con l’impossibilità «di andare contro a una decisione legittima di un organo democratico come il Comune di Cavezzo». Ivano Mantovani (Pd) ha ribadito che Cavezzo, «tra l’altro non toccato dalla Cispadana, non viene cancellato dal Piano ma solo temporaneamente sospeso nel rispetto delle norme».