I Peep (Piani economici di edilizia popolare) sono attualmente l’unico strumento in grado di rispondere alla domanda crescente di case di buona qualità e a basso costo, sia per l’acquisto che per l’affitto anche a canone permanente. Lo affermano i presidenti modenesi delle tre centrali cooperative, Gaetano De Vinco (Confcooperative), Lauro Lugli (Legacoop) e Mauro Veronesi (Agci) che, insieme ai rappresentati delle cooperative di abitazione Abitcoop, Case Popolari, Modena Casa, Unioncasa e Unicapi, si sono incontrati per valutare il Piano per l’edilizia sociale del Comune di Modena e la situazione generale del problema abitativo nella nostra provincia. «Il nostro giudizio sul Piano casa del Comune di Modena è positivo – dicono De Vinco, Lugli e Veronesi – È condivisibile una politica abitativa che, attraverso l’edilizia sociale, cerca di dare risposte alle fasce più deboli della popolazione, dalle famiglie con basso reddito alle giovani coppie, dagli anziani agli immigrati. Purtroppo, però, rischiano di essere insufficienti i 2 mila appartamenti in dieci anni previsti dal piano; lo dimostrano i migliaia di cittadini in graduatoria per avere un alloggio Peep e ai quali le nostre cooperative di abitazione non possono dare risposta a causa della scarsa disponibilità di alloggi. L’unica soluzione sono i Peep, ma mancano le aree». Le tre centrali cooperative, che hanno deciso di dar vita a un tavolo permanente per definire alcune proposte di merito da sottoporre alle istituzioni pubbliche, agli istituti di credito e alle fondazioni bancarie, confermano la disponibilità a valutare interventi sia per l’affitto che per la riqualificazione e recupero dell’esistente. Sono circa 1.200 gli alloggi complessivamente assegnati in locazione a Modena dalle cooperative a canoni inferiori del 25 per cento da quelli concertati con le associazioni di categoria; solo i soci locatari hanno la facoltà di esercitare il diritto di acquisto a prezzi fissati dall’amministrazione comunale. «Siamo disponibili anche a riqualificare e recuperare l’esistente purché – continuano De Vinco, Lugli e Veronesi – sia offerto ai nostri soci attuali e futuri a prezzi di mercato coerenti e adeguati ai valori delle case nei Peep, che mediamente vengono rogitate a costi di un 20-30 per cento inferiori ai quelli di mercato». Agci, Confcooperative e Legacoop auspicano, infine, che siano date risposte tecniche rassicuranti alle preoccupazioni sollevate da qualcuno per l’impatto ambientale delle nuove residenze. «A condizione, però, – concludono i presidenti delle tre centrali cooperative – che non diventi un pretesto per cercare di bloccare lo sviluppo urbanistico di Modena».

COOPERATIVE DI ABITAZIONE: NATE NEGLI ANNI SETTANTA HANNO COSTRUITO 15 MILA ALLOGGI

A Modena le cooperative di abitazione sono nate negli anni Settanta per dare agli operai e impiegati la possibilità di avere una casa. In quattro decenni sono quasi 15 mila gli alloggi costruiti dalle cooperative di abitazione aderenti ad Agci, Confcooperative e Legacoop Modena. È nata nel 1971 (ha, quindi, festeggiato quest’anno il quarantennale) Unicapi, la principale cooperativa modenese d’abitazione a proprietà indivisa; aderente a Confcooperative e Legacoop Modena, Unicapi ha più di 3 mila soci e gestisce quasi 900 alloggi in quattordici Comuni. La cooperativa Modena Casa, aderente all’Agci (Associazione generale cooperative italiane) è nata nel 1973. Abitcoop, che aderisce a Legacoop, è stata costituita nel 1976; ha realizzato 6.700 alloggi e conta 18.186 soci. Unioncasa ha appena celebrato il trentesimo anniversario, essendo nata il 4 dicembre 1981; aderisce a Confcooperative e, insieme alle cooperative Co.Pro.Ca., La Montanara, Intercomunale, La Speranza, ha realizzato complessivamente 6.300 alloggi e conta 12 mila soci.