(Labitalia) – Una spesa di 2,4 miliardi di euro è stata destinata dagli italiani per festeggiare la fine dell’anno sulle tavole nelle case o fuori nei ristoranti, negli agriturismo e nei locali appositamente allestiti, dove a prevalere sono comunque i prodotti della tradizione regionale con un generalizzato abbandono delle mode esterofile del passato, dalla champagne al salmone fino alle ostriche. E’ quanto stima la Coldiretti, nel sottolineare che il ridimensionamento del budget disponibile, stimato pari al 12% rispetto allo scorso anno, è dovuto sopratutto a un calo delle presenze nei ristoranti e a un aumento dei festeggiamenti casalinghi mentre tengono gli agriturismo. Con la fine dell’anno – sottolinea la Coldiretti – salgono a 80 milioni le bottiglie di spumante stappate in Italia, 5,5 milioni i chili di cotechino e zampone consumati, dieci milioni di chili le lenticchie chiamate a portar fortuna e più di cento milioni i pandori e i panettoni acquistati.

 Se in Emilia Romagna la festa è accompagnata dagli immancabili tortellini, nelle tavole della Lombardia vincono i risotti mentre in Piemonte sono gli agnolotti a farla da padrone e gli spaghetti – sottolinea la Coldiretti – sono i più gettonati in tutto il Mezzogiorno, tranne in Sardegna dove è il momento dei classici gnocchetti. Da segnalare il ritorno della polenta, considerato un piatto povero ed economico anche se il costo varia di molto a seconda dei prodotti che l’accompagnano: carne al sugo, con formaggi, funghi e verdure, cacciagione ma in Veneto è molto diffusa per Capodanno la polenta e baccalà. Particolarmente gettonati anche gli agriturismo dove in quattrocentomila trascorreranno la notte più lunga dell’anno. L’aumento è soprattutto dei giovani che scelgono la tranquillità delle campagne facendosi tentare dalle golosità gastronomiche tradizionali presenti sulle tavole imbandite degli agriturismo, senza farsi sconvolgere dalle chiassose feste in piazza e dalle lunghe serate delle discoteche.

 La riscoperta della natura e del cibo genuino, ma soprattutto della voglia di stare insieme per comunicare, che il silenzio della campagna a tavola certamente favorisce, sembrano essere dunque – sostiene la Coldiretti – apprezzati anche dalle giovani generazioni che spesso in piccoli gruppi di amici scelgono gli agriturismo, che hanno adeguato la propria offerta alle nuove esigenze. A incoraggiare le presenze è anche – conclude la Coldiretti – la sostanziale stabilità dei prezzi per i cenoni che la maggior parte delle aziende ha mantenuti invariati rispetto allo scorso anno.