Pur condannando categoricamente ogni tipo e forma di violenza, bisogna in qualche modo capire quello che sta succedendo, soprattutto in un contesto “particolare “ come la Provincia di Modena, dove il controllo sociale fa leva sul pericolo di essere additati come “malpagatori”.
Purtoppo questo capita quando le denunce passano inosservate, quando gli organismi preposti, non ottemprano ai loro doveri o ignorano la gravità delle cose, e ci si riferisce in particolare all’incontro avuto presso la Prefettura il giorno 13 ottobre del 2010, dove il M.A.B. poneva l’attenzione sull’incredibile numero di cittadini che lamentavano il comportamento illegittimo e vessatorio da parte di Equitalia, che stava procedendo indistintamente ad emettere fermi amministrativi per cartelle di paga mento impugnate, quindi non riscuotibili perchè sospese.
L’intento da parte di Equitalia è quello di far apparire i cittadini come morosi ed in difetto pur non essendolo.
Noi del M.a.b., cosi come prendiamo le distanze da questi episodi di violenza, essendo peraltro pubblici ufficiali con mandato dell’Agenzia delle Entrate, prendiamo allo stesso modo le distanze dagli evasori; al contempo però non possiamo fare a meno di notare che Equitalia fa spesso confusione tra evasori, ricorrenti ed impossibilitati.
Non è possibile ricevere un fermo amministartivo per una cartella impugnata nel pieno diritto di poterlo fare.
Non è possibile far passare per evasore un padre di famiglia che, per la gravissima contingenza economica, ha perso il posto di lavoro e quindi non riesce a pagare una bolletta, o una multa o una rata di qualcosa, vedendosi così recapitare un fermo amministrativo.
Non è possibile leggere sul giornale una dichiarazione da parte della Cgil, in cui si dice che:“i dipendenti di Equitalia svolgono ogni giorno un lavoro serio e competente al servizio dello stato e della legalità fiscale; sono questi lavoratori che quotidianamente rappresentano il punto piu alto e più efficace di un azione non solo repressiva, ma anche preventiva al fine di allargare la platea di coloro che pagano le tasse”; è evidente che non sia in discussione il ruolo del singolo dipendente, ma di ciò che la struttura rappresenta; sarebbe il caso di cogliere questi spiacevoli episodi per far saltar fuori le problematiche che sono ormai sotto gli occhi di tutti.
Non è possibile vedere aziende che chiudono bottega, perchè ad esempio da una parte vantano dei crediti da parte dello Stato per lavori edili eseguiti, e dall’altra venire pignorati per non riuscire a pagare le quote inps dei dipendenti, magari di gran lunga inferiori ai crediti vantati.
Non è possibile ricevere la stessa cartella con lo stesso anno e codice tributo (un doppione) e allo sportello sentirsi dire che le cartelle d’ufficio non si possono annullare, e che l’unico modo di procedere all’ annullamento è fare ricorso presso la Commissione Tributaria, e che quindi senza contare il danaro da spendere per il commercialista tributarista o l’avvocato, magari per una cartella di 15€ tra marche da bollo, contributo unificato e professionista, al solo fine di dimostrare l’errore di Equitalia, si finisce con lo sborsare venti volte il costo della cartella e poi sentirsi dire dopo qualche anno che la cartella era un doppione, venendo quindi annullata, oppure finisce che cedi e paghi l’importo doppiamente richiesto; MA QUELLI SONO SOLDI RUBATI.
Tutto ciò e vergognosamente inaccettabile; sembra di essere nella foresta di Sherwood, dove lo sceriffo di Nottingham toglieva il pane di bocca ai bambini;
Noi del Mab, facciamo gratuitamente un check-up tributario di tutti i nostri soci per aiutare a leggerne i contenuti impositivi e cerchiamo di ricorre le cartelle in class action dove possibile, così da ridurre al minimo i costi burocratici proprio per riuscire a sopperire a questo gravissimo disagio sociale che Equitalia sta creando.
Sempre fermo restando le distanze prese nei confronti della violenza.
(Il responsabile del M.a.b., Dott. Eugenio Celestinio)

