Domenica 22 gennaio alle ore 16.30, presso la Sala della Fondazione Cassa di Risparmio (III piano) del Castello Pico di Mirandola, si svolgerà un’introduzione alla mostra “Caterina, Lucrezia e le altre. Donne e abiti ai tempi dei Pico”, con una conferenza di Annarita Battaglioli che ha anche curato l’esposizione. A seguire visita guidata della mostra che rientra nell’ambito delle iniziative per i tre centenari pichiani, e potrà essere visitata fino al 19 febbraio. La moda è un fenomeno che nasce tra il XIII e il XIV secolo e nel corso del tempo ha subito molte trasformazioni avvalendosi di codici basati sui colori, i tessuti e le fogge degli abiti. Dietro le vesti presenti presso le corti rinascimentali, c’erano figure femminili spesso avvolte nell’oblio ma delle quali possiamo trovare traccia negli inventari dotali e nei libri di guardaroba, dove sono annotati con cura tutti gli acquisti di stoffe, passamanerie e accessori. In queste carte polverose è rimasto nascosto per secoli un universo esclusivamente femminile fatto di vesti di raso alessandrino, di pellande foderate di vaio, di robe e guarnello cremisi o morello. L’inventario dotale di Caterina Pico, giovane sposa nel 1474 di Leonello Pio signore di Carpi e futura madre di Alberto III, carismatico principe rinascimentale, custodito presso l’Archivio Storico di Carpi, ci introduce e ci guida alla conoscenza del mondo della moda e delle sue evoluzioni nei secoli. In questo viaggio, che ci porta fino alla fine della Signoria pichense nel XVIII secolo, ci accompagnano molte figure femminili legate alla storia di Mirandola, attraverso la ricostruzione di abiti e accessori su bambole/manichino alte circa 70 centimetri. Prima di schizzi e modelli, le bambole sono state infatti il primo mezzo di diffusione della moda presso le corti rinascimentali e il loro uso è documentato proprio negli inventari di guardaroba. Abiti e vesti di una dama del XV secolo ci rivelano il suo mondo quotidiano, un mondo reale ma ancora oggi inesplorato e punto di partenza per ulteriori studi e ricerche. La mostra è organizzata dal Comune con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Mirandola.