(Adnkronos/Ign) – ”Sacrosante” dice Emma Marcegaglia, le “sosterremo in Parlamento” fa sapere Angelino Alfano, ”siamo entusiasti ma si faccia di più” commenta Pier Luigi Bersani, mentre Susanna Camusso avverte: ”Le intemperanze porteranno guai”. Il giorno dopo il via libera del Cdm al decreto sulle liberalizzazioni si susseguono le reazioni politiche e delle parti sociali.Ai giornalisti che a Tripoli gli chiedevano se il Consiglio dei ministri sia stato lungo e movimentato, Mario Monti ha risposto: ”Lungo forse sì, ma non mi sono accorto che era movimentato”. ”Non ho seguito le reazioni dei partiti” ha poi detto il premier Quanto all’ipotesi di modifica, ”il Parlamento è sovrano. Noi illustreremo al Parlamento e ai partiti qual è la logica di insieme, come un po’ già abbiamo fatto nei giorni precedenti. E sconsiglieremmo che dovessero far venir meno la logica di insieme”. Mentre il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Antonio Catricalà, ha ribadito al Tg1 che ”un piano di liberalizzazioni come il nostro nel lungo periodo porta una crescita pari a quella dei nostri partner europei. Abbiamo chiesto a ciascuno di perdere un pezzettino dei privilegi che finora hanno caratterizzato la loro attività, a favore del mercato e di tutti i cittadini e dell’Italia, che può e deve ricominciare a crescere”.Il Pdl apprezza ”lo sforzo del governo di aver portato avanti un tema a noi molto caro come quello delle liberalizzazioni – dice il segretario nazionale Angelino Alfano – Noi siamo a favore delle liberalizzazioni con l’obiettivo che queste facciano un buon servizio al cittadino, riducendo i costi e offrendo servizi migliori. Se queste liberalizzazioni saranno in grado di centrare questo obiettivo, non solo saremo ben lieti ma le sosterremo in Parlamento”.”Ho letto che avrei preso le distanze da Monti. Ma noi siamo con Monti senza se e senza ma – scandisce dal canto suo il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani – e senza tacere le nostre idee. Sulle liberalizzazioni siamo entusiasti”. Ma il Pd “vuole che si stringa, che si faccia di più” perché “c’è il sospetto che alcune cose possano finire in cavalleria”. ”Siamo entusiasti che dopo 5 anni di silenzi e arretramenti ci sia un governo che sta 8 ore e non 9 minuti e mezzo sulla Finanziaria, che sta 8 ore su un pacchetto largo di interventi molto vasti. Un pacchetto che ha dentro cose significative. Il Pd dice ‘bene’, ma – sottolinea Bersani – proporremo di fare di più, lo proporremo in Parlamento con emendamenti precisi, che si capiscano”. Il segretario del Pd cita farmaci, gas, notai: “Il Pd vuole stringere su queste misure perché ci sono un po’ troppi rinvii e vorremmo evitare che troppe cose finiscano in cavalleria. C’è questo sospetto”.Si tratta di ”un importante passo in avanti – rimarca il vice presidente di Fli, Italo Bocchino – Certo si può fare di più specialmente nel settore postale e ferroviario e aspettiamo che il governo lo faccia presto”. ”Per alcuni è un decretino, per altri un decretone… per noi è una cosa seria che né Prodi né Berlusconi avevano mai fatto” scrive su Twitter il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. Mentre il presidente dell’Idv, Antonio Di Pietro, si riserva ”studiare bene le misure contenute nel decreto, perché ho la sensazione che il fumo sia molto e l’arrosto poco. Cioè che manchi proprio la cosa più importante: quelle liberalizzazioni che vanno a vantaggio dei consumatori di beni e servizi. Tenere aperti i negozi e aumentare il numero delle farmacie va bene, ma a incidere davvero sulle tasche della gente comune sono altri capitoli. Mi sembra che su quelli Monti abbia ceduto ancora una volta alla resistenza di interessi potenti e ben rappresentati, sia in Parlamento che nello stesso governo. Si poteva, anzi si doveva, essere molto meno timidi in materia di banche, assicurazioni ed energia, perché sono quelle le voci che fanno la differenza tra il fumo e l’arrosto”. Per Di Pietro ”è importante invece il passo indietro sulla norma che avrebbe fatto rientrare dalla finestra quello che col referendum era uscito dalla porta: la privatizzazione delle rete idrica”.Duro il giudizio della Lega. “Ancora una volta il governo dei pifferai magici approva un decreto legge che farà solo danni – è l’opinione del coordinatore delle segreterie della Lega Nord, Roberto Calderoli – Non solo il Paese non crescerà, visto che si sono addirittura creati nuovi onerosi carrozzoni, ma si massacra Abele per premiare Caino! Monti omaggia Napolitano e Napolitano si complimenta con Monti, in una sorta di ‘Repubblica presidenziale binaria’, alla faccia di un popolo che vuole tornare al voto e scegliere chi dovrà governare il Paese”.Di liberalizzazioni ”sacrosante” parla invece la leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, evidenziando che è giusto che “il governo vada avanti”. Infatti, spiega, “liberano energia ed eliminano privilegi”. “E’ giusto toccare tutte le categorie e il governo le sta toccando tutte” fa notare la numero uno degli industriali, aggiungendo: “Qualcuno strillerà. Lasciamoli strillare. L’importante è che il governo tenga la barra dritta”. Per la Cgil la leader Susanna Camusso, avverte che le intemperanze liberalizzatrici sugli orari negozi porteranno guai”. Quanto all’aumento dei salari, ”se il governo ha detto una cosa di questo tipo ha detto una cosa di cui non se ne capisce la natura. Una cosa è dire che il Paese può riprendere a crescere attraverso le liberalizzazioni, perché ci possono essere elementi di risparmio, altro è parlare di aumento dei salari”. Comunque ”ci riserviamo una valutazione più appropriata. Allo stato, mi pare ci siano cose indubbiamente utili, altre, se venissero confermate, non ci convincerebbero. Penso ad esempio al contratto Ferrovie”. Critico Maurizio Landini, segretario generale Fiom: “Il decreto liberalizzazioni è più uno specchietto che un intervento contro la crisi. Il nodo vero è creare occupazione. Serve un piano straordinario di investimenti”.I provvedimenti del governo sulle liberalizzazioni sono invece ”un primo segnale di rottura della staticità italiana sui temi di una maggiore concorrenza” per il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, anche se ”bisogna stare attenti a non fare strafalcioni”. Infatti, continua Bonanni, “il governo non deve pensare di essere autosufficiente. Con il dialogo sociale si può fare ancora di più e meglio. Se si vogliono superare le resistenze dei potentati economici, delle corporazioni e i veti di una certa politica, occorre intraprendere la strada della concertazione per raggiungere un patto per la crescita con i grandi soggetti sociali di questo Paese”.