Si è appena concluso il dibattito, in Commissione Statuto e Regolamento della Regione Emilia Romagna, sul progetto di legge del Consigliere Pdl, Fabio Filippi: tale progetto prevede un test tossicologico per i Consiglieri e gli Assessori. Il prossimo 1 febbraio la discussione si trasferirà all’Assemblea legislativa regionale, per il voto finale.

Lo scopo è quello di accertare se i consiglieri e gli assessori facciano uso di sostanze stupefacenti e, nel caso di accertamento positivo, far si che gli stessi siano rimossi dai loro incarichi e privati dei loro stipendi.

Le ragioni sono del tutto evidenti: si ritiene infatti che chi faccia uso abitale di sostanze stupefacenti non abbia le credenziali morali, ne’ la condizione psicofisica richieste a chi svolge le funzioni di rappresentante del popolo sovrano nelle Istituzioni.

In questa circostanza si ritiene utile, a dimostrazione del clima di intolleranza che ruota intorno alla presentazione del suddetto progetto di legge, ricordare ciò che dichiarò alla stampa, il segretario regionale del Prc, Nando Mainardi, quest’ultimo, infatti, non esitò a ricorrere all’insulto ed alla denigrazione gratuita contro gli autori della presentazione del progetto stesso.

Con la consueta arroganza e volgarità che caratterizzano da sempre il linguaggio dei comunisti, Mainardi aveva dichiarato alla stampa: “Test antidroga? Meglio il cretinometro. Per questo facciamo una controproposta e proponiamo l’introduzione del cretinometro. Non sappiamo come funzioni, ma abbiamo serie e motivate ragioni per pensare che un consigliere regionale almeno possa risultare positivo”. Successivamente ci furono altre prese di posizione da parte di comunisti o ex comunisti.

Filippi è ritornato sull’argomento: “Di fronte a queste parole ingiuriose per tutti i Consiglieri regionali, l’alternativa è la via legale od il compatimento, ma pensandoci bene ritengo sia migliore la seconda soluzione, in quanto la questione non vale i costi della carta bollata. Come Consigliere regionale, sentirmi apostrofato in simile modo suscita in me solo una grande pena per la miseria politica di certi personaggi. In ogni caso, vista l’ostilità manifestata dai comunisti verso la proposta di un test antidroga in Regione, mi viene il sospetto che molti di loro abbiano la coda di paglia. Ritengo comunque che, se venisse bandito il premio dello spinello d’oro, il vincitore più probabile sarebbe un veterocomunista, rimasto fermo ai miti del sesso, droga e rock and roll”.