Il giovane Marian Lugli respinge al mittente la richiesta di dimissioni, chiarendo i motivi che l’anno spinto a scrivere quelle due fatidiche parole su Facebook.

«L’ho scritto da giovane a nome di tutti i giovani che si sentono amareggiati e delusi da ciò che sta facendo questo governo, e addirittura scavalcati dagli immigrati in base alle nuove norme del Dl ‘Semplificazioni e sviluppo’ di cui abbiamo appreso oggi». Riferendosi ai permessi di soggiorno rinnovati automaticamente per i lavoratori stagionali afferma: «Questo governo ha voluto dare un altro privilegio agli extracomunitari semplificandogli la permanenza in Italia. Ma questo non rientra assolutamente nell’accordo fatto con il Pdl. Per questo ci sarò anch’io il 4 febbraio a protestare contro il governo».

Al PD mirandolese Lugli risponde: «Farebbe meglio a guardare in casa sua e anziché buttare avanti queste uscite farsi un bell’esame di coscienza sui giovani e quello che sta facendo per loro nel Comune che governa, cioè nulla». Sempre riferendosi ai giovani: «Li sta facendo smarrire nel nulla: non pensa a niente per loro qui. E anzi, gli dà fastidio che altri se li prendano a cuore organizzando magari feste della birra, come nel mio caso. Mi sono visto affibbiare nei mesi scorsi una multa assurda per questo evento, ovviamente subito annullata dal giudice di pace».

Attivo in materia Lugli aggiunge: «Da giovane parlo ai miei coetanei, li ascolto, condivido le loro preoccupazioni e cerco di fare qualcosa. No, non sono io che devo chiedere scusa, ma i signori del Pd che da 60 anni agiscono così. E’ il Pd che deve scusarsi per come ha gestito il progetto del multisala di Mirandola, con cui doveva fare qualcosa per i giovani. E invece, chissà mai quando arriverà. E’ il Pd che deve scusarsi per la Cispadana, che andrà a mettere in pericolo la salute. Io le proposte alternative le ho fatte, ho detto che bisogna puntare sulla tangenziale da Mirandola a Modena: questo è essere responsabili».

Alla domanda diretta si dimettera? Marian Lugli risponde: «Ma per carità! Non si è dimesso Penati con tutte le carte che ci sono contro di lui, figuriamoci se lascio per un post su Facebook!».