«Questo sciacallaggio deve finire. Chi sbaglia sia sanzionato, ma tutti i lavoratori hanno il diritto di essere rispettati». I sindacati della funzione pubblica di Cgil e Cisl intervengono oggi sulle voci di assenteismo tra i dipendenti del Comune di Sassuolo.

«Ormai sembra diventata un’abitudine: le problematiche del personale del Comune di Sassuolo non si discutono più nelle forme e nelle sedi previste dai contratti e dalle leggi. Questi “retaggi” garantisti hanno lasciato il posto a mezzi più moderni: le chiacchiere da bar – scrivono con una punta di ironia Alessandro De Nicola, referente della Fp–Cgil per il Comune di Sassuolo, e il segretario provinciale della Cisl Funzione pubblica, Stefania Gasparini – Non è possibile che le decisioni sul personale di una grande amministrazione si fondino sulle chiacchiere da bar; questo non rende merito alle centinaia di lavoratori, funzionari e professionisti che, a vario titolo, operano con passione e competenza presso il Comune di Sassuolo». Se veramente in Comune c’è un problema di assenteismo, dicono i sindacati, l’Amministrazione dovrebbe accertarlo e sanzionarlo senza far trapelare notizie basate su banalità o, addirittura, gossip che hanno il carattere di notizie diffamatorie e intimidatorie: addirittura si ventila l’ipotesi di una decina di potenziali “fannulloni” coinvolti e l’utilizzo delle telecamere di videosorveglianza per smascherarli. Per Cgil e Cisl questo modo di agire e di comunicare è inaccettabile: se ci sono dei colpevoli vanno accertati e debitamente sanzionati, secondo le regole previste in questi casi. «Non si può pensare di offendere e criminalizzare un’intera categoria di lavoratori, arrivando addirittura a minacciare l’utilizzo delle videocamere; strumento, quest’ultimo, – ricordano De Nicola e Gasparini – peraltro chiaramente disciplinato dalla normativa sul lavoro. Questo modo di procedere da “Far West” umilia i dipendenti comunali, generalizza comportamenti che invece sono da imputare ai singoli e crea un clima di terrore che non giova all’attività lavorativa. Questo clima distruttivo, da caccia alle streghe di certo non migliora la qualità del lavoro per la comunità sassolese». Per i sindacati è necessario che l’azione dell’Amministrazione sia degna di un Comune con quasi trecento dipendenti e 40 mila abitanti; perciò, nell’accertare le eventuali reali responsabilità, l’Amministrazione compia il proprio dovere di datore di lavoro senza fini persecutori e senza basarsi sulle “voci da bar”, ma effettuando i controlli ai sensi della legge. «Esiste un diritto alla difesa dei lavoratori e un diritto alla riservatezza che non possono essere calpestati impunemente. Auspichiamo, quindi, – proseguono De Nicola e Gasparini – che l’Amministrazione smetta di tollerare la diffusione di notizie che dovrebbero essere riservatissime in attesa di accertamenti. I lavoratori non ne possono più di essere diffamati ormai a giorni alterni. Si è iniziato con la vicenda delle stabilizzazioni e delle verticalizzazioni degli anni scorsi, poi i licenziamenti e il reintegro degli operai di SGP. Oggi è la volta dei “fannulloni” che fanno la spesa in orario di lavoro. Chi lavora onestamente – concludono De Nicola della Fp-Cgil e il segretario provinciale della Cisl Fp, Stefania Gasparini – è il primo a esigere che chi sbaglia venga sanzionato».