La grave crisi dell’ippica italiana mette in pericolo il posto di lavoro di oltre 50 mila addetti al settore e la vita di circa 15 mila cavalli. La situazione è ulteriormente aggravata dai tagli al settore dell’ippica previste dalle ultime modifiche del bilancio dello Stato, crisi che sul nostro territorio va a colpire 30 dipendenti a tempo indeterminato e oltre 40 addetti a Bologna e 60 a Cesena durante le giornate di corse, occupati nella società HippoGroup cesenate che gestisce l’ippodromo Arcoveggio di Bologna e il Savio di Cesena. Questa la situazione evidenziata dall’ordine del giorno sottoscritto da tutti i gruppi consiliari (primo firmatario Luca Finotti-Pdl) e approvato ieri all’unanimità in Consiglio provinciale.

L’odg chiede al Governo “di intervenire in tempi rapidi con iniziative che consentano la prosecuzione dell’attività agonistica e con misure che riordinino completamente tutto il settore superando una crisi altrimenti irreversibile”.

Nel documento si sottolinea inoltre che, grazie alla HippoGroup, l’Arcoveggio è diventato il secondo ippodromo italiano dopo quello di Milano e che la stessa società “ha realizzato nel 1999 un centro di allenamento per trottatori a Castel San Pietro”. Questa società – prosegue il testo – versa al Comune di Bologna “330 mila euro all’anno per la locazione dell’area dell’Arcoveggio, oltre 160 mila in oneri per lo smaltimento dei rifiuti e circa 300 mila euro di utenze”. Sull’area dell’ippodromo la HippoGroup – ricorda l’ordine del giorno – ha fatto investimenti per diversi milioni occupandosi della sua manutenzione e sorveglianza e tenendola a disposizione della cittadinanza. Per questo il Consiglio provinciale chiede al Comune di Bologna “di valutare misure anche temporanee che possano rendere meno gravoso alla Società che gestisce l’Arcoveggio il superamento di questa fase”.