Si terrà domani mattina alle ore 9 un nuovo incontro tra le Associazioni di categoria e l’Amministrazione Comunale sul bilancio di previsione. In vista dell’appuntamento Cna, Confcommercio-Fam, Confesercenti, Lapam città di Modena ribadiscono la propria insoddisfazione per come si sta configurando un bilancio di previsione, che potrebbe scaricare su imprese e famiglie circa 70 milioni di tasse locali aggiuntive – tra IMU, addizionale comunale IRPEF e tassa di soggiorno – rispetto al 2011.

“Siamo molto preoccupati per le cifre esposte nel corso del primo incontro – sottolineano le quattro Associazioni – a partire dal netto incremento ipotizzato sull’IMU degli immobili destinati ad attività di impresa, rispetto ai quali ci sarebbe l’intenzione di applicare quasi l’aliquota massima (10,2 per mille contro il 10,6): all’Amministrazione chiariremo ulteriormente che i conseguenti aumenti nel prelievo, che potrebbero sfiorare il 250% rispetto all’ICI, metterebbero a rischio la sopravvivenza di centinaia di attività imprenditoriali!”.

“Il confronto – proseguono le quattro Associazioni – dovrà servire per ottenere le informazioni analitiche su alcuni elementi a cui l’assessore Colombo ha fatto riferimento nel corso dell’incontro della scorsa settimana, nonché i dati relativi al consuntivo 2011 e agli eventuali assestamenti di bilancio che si siano resi necessari rispetto al preventivo, il dettaglio dei tagli operati per ogni singolo assessorato, in particolare in quelli più rilevanti da un punto di vista della relativa spesa”.

“Ciò nell’ottica di colmare un deficit di informazioni in nostro possesso che ci permetta di formulare alcune proposte correttive con piena cognizione di causa”.

“Continuiamo tuttavia a rimanere dell’idea che sia un errore il forte sbilanciamento sulle entrate (23 milioni di euro) anziché sui tagli di spesa, dell’operazione di recupero dei 36,5 milioni di euro mancanti”. “Per tale motivo domani – continuano le quattro Associazioni – ribadiremo la necessità di mettere in campo una vera e propria operazione di spending review strutturale, che contempli decisi tagli di spesa in ambiti non prioritari, vendita di partecipazioni di cui non si capisce l’utilità (Farmacie), ma soprattutto un piano di esternalizzazione di servizi all’infanzia, tale comunque da garantire il governo sui servizi stessi da parte dell’Amministrazione Comunale”.

“A tale proposito desta perplessità – precisano le quattro Associazioni – l’operazione della Fondazione sulle scuole d’infanzia perché, per come si sta configurando, appare tutt’altro che una esternalizzazione, bensì una mera allocazione, fuori dal recinto dei conti comunali e dunque dai vincoli del patto di stabilità, di costi che rimarrebbero comunque a carico dellacollettività modenese”.

“Crediamo che un processo di esternalizzazione costruito con regole chiare, rigorose e requisiti molto selettivi – aggiungono Cna, Confcommercio-Fam, Confesercenti, Lapam – permetterebbe, in servizi di primaria rilevanza come quelli all’infanzia, di mantenere in capo al pubblico il compito definire l’orientamento didattico, così come il necessario esercizio della funzione di controllo sulla qualità del servizio erogato”.

“Ed allora chiederemo che cosa impedisce a Modena, come è stato peraltro fatto in questi anni da numerose Amministrazioni dello stesso colore politico in lungo ed in largo per l’Italia, di appaltare alcuni servizi all’infanzia; un’azione, questa, che da un lato consentirebbe di valorizzare in un’ottica di sussidiarietà, la partnership con il settore privato nella gestione di alcune strutture e dall’altro determinerebbe una essenziale riduzione dei relativi costi”.