Comprava merce senza pagarla producendo la copia di falsi bonifici mai effettuati! E’ andato avanti per diversi mesi, forte della falsa identità che si era costruito – “sottraendola” ad un ignaro giovane di Prato – sino a quando i Carabinieri della Stazione di Rubiera l’hanno smascherato. A conclusione di mirate indagini anche telematiche, i Carabinieri della Stazione di Rubiera hanno denunciato alla Procura reggiana un 24enne salernitano d’origine ed abitante a Rubiera. Le indagini erano partite alla fine della scorsa estate quando alla Stazione Carabinieri di Rubiera pervenivano, dai comandi carabinieri di varie provincie italiane (Asti, Cosenza, Cremona, Brescia, Prato, Milano etc..) numerose denunce per truffe informatiche concernenti la compravendita online, tramite noti siti d’asta, di merce che non veniva mai pagata. Tutte le denunce portavano ad un uomo residente a Rubiera che di fatto non esisteva. Con quel nome e cognome infatti nessuna persona risultava vivere in paese. Inoltre anche la linea telefonica fissa che aveva attivato e che forniva alle vittime per essere contattato al fine di generare sicurezza, era intestata ad altro ignaro ragazzo questa volta senese.
Partendo quindi dall’altro elemento in possesso dei carabinieri, ovvero l’indirizzo che aveva fornito per attivare la linea telefonica fissa, i militari sono risaliti ad un condominio i cui residenti sono stati “passati sotto la lente” dai Carabinieri che hanno rivolto le loro attenzione investigative su di un 24enne che dalla fine dell’estate, proveniente da altro comune del reggiano, aveva stabilito la residenza proprio a Rubiera. Ciò in ragione di alcuni precedenti specifici di polizia che hanno insospettito i militari. Un intuito felice quello dei Carabinieri che hanno visto il puzzle pian piano ricomporsi.
La merce (televisori, computer, iphone, ipad, tablet etcc…) acquistata attraverso la spedizione di falsi bonifici artatamente ricostruiti veniva, infatti, spedita ad un indirizzo di Reggio Emilia dove, guarda caso, abitava la madre del sospetto. E sebbene due indizi non costituiscano una prova i Carabinieri per trovare gli elementi di riscontro hanno richiesto ed ottenuto dalla D.ssa Valentina Salvi, sostituto presso la Procura reggiana titolare dell’inchiesta, un decreto di perquisizione domiciliare. I militari hanno quindi trovato le prove schiaccianti della responsabilità del 24enne: fotocopie a colori dei documenti fraudolentemente acquisiti dall’ignaro pratese e nel computer numerose mail probanti la sua illecita attività, nonché merce (in prevalenza computer) provento delle truffe in quanto acquistata e mai pagata.
Il redditizio ed illecito business è stato dunque interrotto dai carabinieri che hanno sottoposto a sequestro il computer per le successive analisi telematiche ancora in corso. Alla luce dei fatti, il 24enne è stato denunciato in ordine ai reati di truffa aggravata e continuata, sostituzione di persona e falsità materiale commessa da privato.
I carabinieri reggiani ricordano ai cittadini vittime di tali raggiri che su internet nessuno è anonimo, in quanto ogni utente è associato a un numero IP utilizzato per collegarsi al web. Se si è quindi caduti in un finto acquisto online si può riuscire ad arrivare al responsabile e chiamarlo in causa quantomeno per il risarcimento del danno subìto. La prima cosa da fare, ricordano i carabinieri, è quella di raccogliere le prove (stampa della pagina web in cui era presente l’annuncio, eventuali risposte e-mail, numeri di telefono) e presentarsi alla più vicina stazione per sporgere una regolare denuncia. Il resto lo faranno poi, come nell’odierno caso, le indagini dei carabinieri.

