L’ex Campo di concentramento di via Remesina a Fossoli di Carpi (Modena) resterà aperto anche nelle giornate di Pasqua, 8 aprile, e Lunedì dell’Angelo, 9 aprile, nei seguenti orari:10-12.30 e 15-19. L’ingresso è ad offerta libera. Lo ricorda la Fondazione ex Campo che grazie all’ausilio di volontari ne permette la visita praticamente per quasi tutto l’anno (nel 2011 sono stati in 22 mila a varcare i suoi cancelli).

Vi ricordiamo altresì che i Musei di Palazzo dei Pio resteranno aperti anch’essi nei giorni di Pasqua e Pasquetta (ore 10-13 e 15-19).

A circa sei chilometri da Carpi, in località Fossoli rimangono ancora le tracce visibili di quello che, nel corso del 1944, è diventato il Campo poliziesco e di transito (Polizei und Durchgangslager) utilizzato dalle SS come anticamera dei Lager del Reich. I circa 5.000 prigionieri politici e razziali che passarono da Fossoli ebbero come tragiche destinazioni i campi di Auschwitz-Birkenau, Dachau, Buchenwald, Flossenburg. Nel Campo di Fossoli si sono sovrapposte diverse situazioni e non sarà inutile ripercorrere brevemente le vicende legate al suo utilizzo. Istituito dagli italiani nel maggio 1942 come campo per prigionieri di guerra inglesi, viene occupato dopo l’8 settembre 1943 dai nazisti, attratti da strutture in muratura di recente costruzione e dalla posizione geografica che fa di Fossoli un punto strategico sulla via ferroviaria che porta al nord, verso i campi della morte. Il Campo viene ceduto, fino alla fine del 1943, alla neonata Repubblica Sociale che ne fa un centro di raccolta provinciale per ebrei, in ottemperanza ai dettami della Carta di Verona. Dal gennaio 1944 subentra la gestione diretta da parte delle SS e si attiva il processo di deportazione: Fossoli diventa campo poliziesco e di transito per prigionieri politici e razziali destinati ai Lager del nord Europa. Dalla stazione di Carpi partono, in sette mesi di attività del campo, 8 convogli ferroviari, 5 dei quali destinati ad Auschwitz. Sul primo diretto verso questa meta, il 22 febbraio, viaggia anche Primo Levi che rievoca la sua breve esperienza a Fossoli nelle prime pagine di “Se questo e un uomo” e nella poesia “Tramonto a Fossoli”. Il convoglio giunge ad Auschwitz il 26 febbraio; Primo Levi è tra i 95 uomini (su circa 600) che superarono la prima selezione e viene immatricolato nel Campo col numero 174517. Con queste partenze ha inizio una serie di trasferimenti regolati da un meccanismo in cui nulla è lasciato al caso. Il 2 agosto 1944, il campo viene abbandonato per ragioni di sicurezza e trasferito a Bolzano-Gries. Dal Campo di Fossoli, in quei sette mesi di gestione nazista, passano circa 5.000 deportati di cui la metà ebrei:un terzo dei deportati ebrei dal nostro Paese passa da Fossoli. Dopo la fine della guerra, il Campo è utilizzato lungamente a scopo abitativo: dal 1947 al 1952 è occupato dalla comunità cattolica di Nomadelfia e dal 1953 alla fine degli anni ’60 dai profughi giuliani e dalmati (Villaggio San Marco). Questi utilizzi danno al campo un aspetto del tutto diverso; era infatti intenzione di chi lo abitò dare a quel luogo di morte un nuovo volto, modificando pesantemente le strutture esistenti e abbattendo i drammatici segni di quello che era stato il suo utilizzo più tragico. Pertanto si ritiene che siano originali solo la muratura delle baracche e la posizione delle strutture superstiti.

Per informazioni: Tel.059 688272, fondazione.fossoli@carpidiem.it, www.fondazionefossoli.org