“Noi riteniamo – esordisce – che si tratti di un passaggio molto importante, sia nel merito sia nel metodo. A nessuno sfuggirà, inoltre, l’alto valore simbolico che questa azione rappresenta per le imprese e per i cittadini, la cui economia è messa a dura prova dai pur necessari provvedimenti del governo”. “Per questo segnaliamo alcuni elementi che auspichiamo vengano tenuti nella giusta considerazione nell’approccio al problema”.

“Rilevo anzitutto – prosegue Fogliani – che l’intervento sulla spesa pubblica non riguarderà la Presidenza della Repubblica, la Corte dei conti e il Parlamento, in quanto enti che si autodeterminano. Ora, se èsacrosanta la loro autonomia, bisogna però che si prenda atto, a tutti i livelli, della gravità della situazione, che è tale da richiedere rimedi estremi, dai quali nessuno può sentirsi escluso”.

Continua ancora il direttore dell’associazione delle Pmi modenesi: “C’è poi il delicatissimo tema dei fondi di dotazione e dei residui passivi: i finanziamenti di molte amministrazioni vengono erogati su base storica, cioè essi ricevono l’anno dopo in proporzione a quanto hanno speso l’anno prima. È palese la perversione di questo modello, tant’è che a fine anno si registra una corsa a spendere, a raggranellare fatture per non rischiare di ricevere meno fondi l’anno successivo”. “Si tratta di un costume assolutamente negativo, al quale si è contrapposto, in diverse occasioni, il tristemente famoso taglio lineare di tremontiana memoria”.

“Occorre invece procedere con modalità differenziate, valutando caso per caso, intervenendo là dove maggiori sono gli sprechi e al tempo stesso salvaguardando, o magari premiando, i settori più sensibili, quale, ad esempio, quello della sicurezza, garantendo alle forze dell’ordine dotazioni adeguate al loro gravoso compito. Questa sarebbe davvero discontinuità!”.

“Vedo poi che ora, oltre ai tecnici al posto dei politici abbiamo i tecnici al posto dei tecnici. La decisione ha suscitato non poche perplessità e un certo sarcasmo in molti ambienti, noi non siamo tra quelli. Riteniamo che questa scelta, che alcuni interpretano come dichiarazione di impotenza, dimostra invece la determinazione di affrontare il problema aggirandolo. Vale a dire risolvendo il conflitto che vede i ministri ricattati e ostaggio delle strutture burocratiche, degli apparati, che si oppongono ai tagli“. Spero tanto di essere smentito – conclude Fogliani – ma devo rinnovare, ancora una volta, la grande preoccupazione delle Pmi, le quali quotidianamente si trovano a fronteggiare il Moloch della burocrazia che al proprio esorbitante costo ci costringe ad aggiungere quello sostenuto dalle imprese per far fronte ai mille obblighi che scandiscono le loro attività”.