Il Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale solidale con le popolazioni colpite dal sisma: già dal giorno del terremoto ha messo a disposizione delle autorità parte del proprio parco automezzi per gli interventi di rimozione delle macerie.

Accanto al dolore per le vittime e alla devastazione dei centri abitati, si prospetta ora un serio pericolo di rischio idrogeologico per i danni subiti dagli impianti idraulici.

Il più grave è quello occorso alla struttura dell’Impianto idrovoro di Mondine, in comune di Moglia, nel mantovano. Si tratta di uno degli stabilimenti idrovori più importanti a livello nazionale, capace di sollevare fino a 50 metri cubi d’acqua al secondo da immettere nel Fiume Secchia,garantendo così il regolare deflusso delle acque meteoriche in un enorme bacino scolante (41.000 ettari) comprendente le città di Reggio Emilia, Carpi, Correggio ed, in parte anche Modena.

Il territorio del comune di Moglia, duramente colpito dal sisma dello scorso 20 maggio, è situato nel punto più basso dell’intero comprensorio del Consorzio dell’Emilia Centrale e pertanto vi confluiscono i principali cavi di scolo. Per cui, oltre ai danni all’Impianto idrovoro di Mondine, i tecnici del Consorzio hanno rilevato molte altre lesioni a strutture di minore rilevanza (Botti, Chiaviche, Ponti, Case di Guardia, Magazzini,…) ma pur tuttavia importantissimi per il regime idraulico dell’intera zona.

Gli operatori del Consorzio sono al lavoro per completare la cernita dei danni alle opere di bonifica e per i primi interventi provvisionali necessari a garantire il regolare funzionamento della rete di bonifica.

Nell’intera regione, secondo i primi dati raccolti dall’Unione Regionale Bonifiche Emilia Romagna (Urber), i danni alle opere di bonifica, ancora in fase di quantificazione, risultano molto ingenti.