Accogliamo positivamente l’adozione di provvedimenti urgenti da parte dell’Ateneo di Modena e Reggio Emilia in seguito agli eventi sismici di questi giorni e, in particolare, la rassicurazione in merito all’approvazione da parte degli organi competenti della proposta, presentata anche dai nostri rappresentanti in Cda, di esonero dal pagamento delle tasse universitarie per i figli di famiglie che hanno subito danni materiali per il terremoto o i cui familiari si trovano forzatamente in cassa integrazione o hanno dovuto osservare un lungo periodo di CIG.

Sul versante sicurezza e sessione d’esami, però, si deve fare di più e lo si deve fare subito.

Sul versante sicurezza non basta far terminare le lezioni inderogabilmente l’8 giugno ma serve un piano sicurezza che preveda prove d’evacuazione per tutti gli studenti e tirocinanti ed estensione dell’assicurazione degli studenti anche nei confronti di calamità naturali.

Sul versante sessione d’esami non basta “l’invito ai colleghi di provvedere a rifissare le date degli appelli per esami, rinviati a seguito della forzata chiusura dell’Ateneo, prevedendo con una certa flessibilità – qualora si renda opportuno in ragione della eccezionalità della situazione e delle condizioni vissute dagli studenti e dai loro famigliari – sessioni di esami straordinarie aggiuntive a quelle previste dal calendario accademico”.

Il semplice “invito” rischia di cadere nel vuoto e di creare disparità di trattamento tra Dipartimento e Dipartimento, nonché da corso di laurea a corso di laurea, o addirittura da studente a studente, poiché si basa sulla discrezionalità del singolo docente.

Come abbiamo richiesto al Rettore tramite una lettera firmata dai nostri rappresentanti negli organi maggiori, riteniamo necessario che l’Ateneo dichiari “sessione aperta” d’esame fino al mese di Novembre, aggiungendo di fatto una sessione a Ottobre e Novembre, l’annullamento degli sbarramenti di anno nei corsi in cui sono stabiliti, e l’introduzione di sessioni di laurea straordinarie e aggiuntive.

Molti studenti vivono in tenda, i fuorisede sono tornati a casa, per tutti la sessione d’esami è slittata di almeno due settimane. In più, ora c’è bisogno di ricostruire e di andare ad aiutare. E c’è bisogno di un grande gesto di apertura da parte dell’Ateneo.

Riteniamo che solo assumendo tali provvedimenti si venga realmente incontro a tutti gli studenti, si riduca il peso delle scadenze legate agli esami, e si consenta a tutti di recuperare le energie psichiche e mentali per poter preparare con serenità gli esami, permettendo anche a coloro che desiderano soccorrere le popolazioni sfollate di poterlo fare senza paura di rimanere indietro.

In questi momenti bisogna allentare la cinghia della burocrazia e delle scadenze e farsi carico della eccezionalità della situazione.

(Unione universitaria Modena e Reggio Emilia)