Certamente studiano le loro vittime in quanto le avvicinano lungo la strada dove, sostenendo di essere mandati dai loro nipoti, dei quali né riferiscono gli esatti nomi di battesimo, richiedono il danaro per il saldo relativo all’acquisto di un computer pena la perdita della caparra da parte del congiunto della vittima. Per abbattere l’eventuale diffidenza poi, colui che avvicina gli anziani telefona ad un complice e facendo credere di parlare con il nipote gli passa il cellulare facendogli ascoltare molto velocemente le parole del tipo “paga, paga poi ti restituisco i soldi” che gli anziani credono essere proferite dai loro congiunti. In questo modo riescono a raggirare gli anziani che pur di non far perdere la caparra ai propri cari si recano in banca, accompagnati dai malviventi, prelevando l’importo richiesto che consegnano allo sconosciuto per poi scoprire a casa che i nipote non aveva debiti con alcuno.

In questo modo a Luzzara il 20 aprile scorso è stata raggirata una pensionata 82enne, che ha consegnato ai malviventi contante per 1.500 euro prelevati in banca dal suo conto corrente. Le meticolose indagini dei Carabinieri della Stazione di Luzzara hanno consentito in meno di due mesi di identificare uno dei due truffatori in un 40enne scandianese con precedenti di polizia specifici che è stato denunciato alla Procura della Repubblica preso il Tribunale di Reggio Emilia con l’accusa di truffa aggravata in concorso.

Secondo le indagini, infatti, sarebbe stato lui ad aver probabilmente parlato al telefono con l’anziana spacciandosi per il nipote e soprattutto sempre lui avrebbe supervisionato l’avvenuta operazione di prelievo all’interno della banca da parte dell’anziana accompagnata dal complice in corso di identificazione. Quest’ultimo il 20 aprile detto avrebbe avvicinato la pensionata di Luzzara, appena uscita da casa per andare dal medico, sostenendo di essere stato inviato dal nipote che aveva acquistato un computer per 2.000 euro lasciando una caparra di 500 euro. Per non perdere la caparra il nipote, stando a quanto fatto credere al’anziana, aveva riferito di rivolgersi alla nonna che avrebbe saldato l’importo dovuto. Per rendere credibile la storiella il malvivente telefonava al complice (molto probabilmente l’odierno indagato) il quale pronunciando poche parole del tipo “papa, paga..” rassicurava l’anziana che accompagnata dal malvivente in banca andava ad effettuare il prelievo in questo caso di 1.500 euro. E mentre colui che l’accompagnava attendeva fuori in macchina i soldi, il complice entrava in banca e sovrintendeva le operazioni di prelievo in modo tale che tutto filasse liscio.

Le risultanze investigative hanno consentito di acquisire nei confronti dell’odierno indagato incontrovertibili elementi di responsabilità che lo vedevano essere denunciato alla Procura reggiana in ordine al citato riferimento normativo violato. Una prima denuncia quella operata a carico del 40enne che non pone fine alle indagini dei Carabinieri di Luzzara che, oltre a cercare di identificare il complice, stanno vagliando analoghi colpi verificatisi nel reggiano con similari modus operandi nella forte ipotesi investigativa che l’odierno indagato sia autore anche di analoghi raggiri.

E mentre tale attività prosegue, i Carabinieri reggiani rilanciano la campagna ‘non aprite quella porta’ rivolta agli anziani, ricordano loro i consigli che possono, se seguiti, sicuramente aiutare a non “restare vittime” di questo genere di malviventi che approfittando di tali fasce sociali deboli si inventano ogni artifizio pur di derubarli.