Abbiamo letto ieri nel piano delle Poste di chiudere oltre 1100 uffici postali, di cui oltre 100 nella nostra Regione, e ben due nel mio Comune: Pecorile e Montalto/LaVecchia.

Sconcerto? Disappunto? Nò, Rabbia. Rabbia è perchè è il naturale epilogo della privatizzazione di un servizio sociale. Sì, perchè le Poste sono un servizio sociale. Lo sono almeno nei piccoli paesi, nei paesi dove il 30 o 40% della popolazione è pensionata. E non parlo del Sud, ma anche delle nostre colline e della nostra montagna. Solo Vezzano comune ha oltre il 21% della popolazione over 65anni. Se calcoliamo  che molti sono andati in pensione prima, altri tempi.., e che nelle frazioni vi sono più persone anziane che nel capoluogo, si fà presto a superare il 30%.

Non solo un servizio, ma un’identità, un luogo di ritrovo, una presenza dello Stato, come le Scuole e i Carabinieri.

Non siamo in città dove in pochi chilometri, se non centinaia di metri vi sono più sposrtelli o la possibilità di privati. Parliamo di paesi, Vezzano meno della montagna chiaramente, dove non ci sono sempre servizi pubblici per raggiungere il capoluogo. E si fanno chilometri, diversi chilometri, in macchina.

Tornando alla causa, non possiamo pensare che sia la privatizzazione il percorso per rendere efficienti ed efficaci i servizi pubblici. Perchè sicuramente chiudere un Ufficio non vuol dire efficenza.

Dichiariamo, come comunità, la nostra totale contrarietà alla chiusura degli Uffici postali, condividendo la posizione di diversi sindaci e amministratori, tra cui la Vicepresidente regionale Saliera.