Gent.le Redazione,
Io sottoscritto Wahb Hosni vi scrivo per esporvi quanto accaduto ieri sera.
Eravamo in tre amici (ventenni) seduti a scherzare sul muretto vicino all’Unicredit sita in Piazza Grande, e poco distante da noi vi era il Sindaco che si era intrattenuto per circa una quindicina di minuti a giocare con dei bambini.
Dopo di che, mentre passava di fronte a noi, recandosi da Piazza Grande in direzione di Piazza Roma, io nel scherzare e nel sbeffeggiare il discorso del mio amico feci una pernacchia a quest’ultimo, significandogli che il suo discorso era da considerarsi aria fritta.
Era più che evidente che questa non era rivolta al Sindaco, infatti, era stato vicino a noi per un po’ di tempo, nessuno gli aveva mai rivolto la parola o men che meno si era fermato ad osservare o a guardare ciò che faceva non essendone in alcun modo interessati.
Difatti, dopo ciò, il Sindaco continuò ad allontanarsi senza che nessuno lo guardasse o si interessasse a Lui.
Se non che dopo cinque minuti dalla “famigerata pernacchia” mentre continuavamo a scherzare e a prenderci in giro, notavamo arrivare in macchina il Vicesindaco Menani insieme ad un agente della polizia municipale, e subito dopo si avvicinava anche il sindaco, che tra l’altro si era allontanato senza rivolgerci alcuna parola o rimprovero, nè chiedeva chiarimenti sulla oramai famosa pernacchia.
Questi, una volta che ci ha raggiunti, si è rivolto al poliziotto chiedendogli di controllare ”cosa avevamo addosso”, apostrofandoci come maleducati e dicendoci di non fare pernacchie in pubblico.
Alche stupito ed esterrefatto dall’assurdità della situazione che si era venuta creare, rispondevo al sindaco testualmente “non e che se c’è il sindaco non posso scherzare con i miei amici”.
A ciò si aggiunga, che nel frattempo, giungevano al campanello di gente che si era formato, altre forze dell’ordine.
Ricordo in particolare una persona, non in divisa, che dopo aver conferito con il sindaco mi disse “Io sono il maresciallo non parlare, parla solo quando te lo dico io perché comando io”.
Io tranquillamente risposi che potevo parlare quando volevo, dato che non avevo insultato nessuno ne avevo intenzione di farlo.
Il sindaco se ne andò dicendo che il domani mattina voleva sulla propria scrivania i nostri documenti per farci una querela.
Rivolgendosi a noi in maniera e in un tono che a me è sembrato sbeffeggiatorio disse: ”dormite bene e buona notte”.
Infine, dopo il controllo dei documenti ci lasciarono andare, ma oramai chi passava di lì pensava chissà che han fatto quei criminali.
Ahimè, cosa non si farebbe per un pò di pubblicità, difatti, l’ uso di questo accaduto in maniera esponenziale, con la specificazione che il gesto è stato fatto da extracomunitari può sembra un artificio per riaccendere la discussione, mai sopita, dell’immigrazione a Sassuolo, eppure le elezioni son ancora lontane!