Nino Di Matteo, procuratore della Repubblica di Palermo, è il protagonista dell’ultimo appuntamento, lunedì 23 luglio alle 21.30, del ciclo di incontri “Ora Legale” in programma ai Giardini ducali nell’ambito dell’Estate modenese. In caso di pioggia l’incontro si svolgerà nella sala conferenze della biblioteca civica Delfini in corso Canalgrande 103. Di Matteo, intervistato dalla giornalista de “La7” Silvia Resta, presenterà il suo libro “Assedio alla toga”, scritto insieme a Loris Mazzetti.

Il volume è un’accurata riflessione sulla giustizia e sui temi caldi dell’attualità raccontati da chi ha preso, assieme ad Antonio Ingroia e Roberto Scarpinato, il testimone lasciato dai giudici Falcone e Borsellino. “Ci sono dei momenti in cui non ci si può rassegnare all’andazzo delle cose, alla legge del più forte: bisogna trovare il coraggio di esporsi e denunciare” dichiara Nino Di Matteo, spiegando in questo modo la sua decisione di rompere un silenzio che per tutta la durata della sua carriera di pm antimafia lo ha tenuto lontano dai microfoni e dai riflettori.

“In un’intervista che si delinea come un dialogo per capire come e perché la riforma costituzionale della Giustizia, la legge bavaglio e il processo breve metterebbero a rischio la democrazia, Di Matteo arriva al cuore del problema”, spiega Francesco Zarzana di Progettarte, l’associazione culturale che ha organizzato gli incontri di “Ora legale” con la collaborazione del Comune di Modena. “Con il coraggio che lo ha contraddistinto in questi anni, il magistrato smaschera le false motivazioni, le ipocrisie e le demagogie nascoste dietro la riforma, svelandone inquietanti parallelismi con il Piano di rinascita democratica della P2. Ma non solo: le sue parole ci spiegano a che punto si trovano le indagini sulla ‘trattativa’ tra Stato e mafia, sulla strage di via D’Amelio, e su personaggi discussi e discutibili che ancora oggi tengono in mano le redini del potere, dopo le rivelazioni del pentito di mafia Gaspare Spatuzza. Il tutto con lo sguardo rivolto al suo maestro di lotta antimafia e di coraggio: il giudice Paolo Borsellino”.

Nino Di Matteo è in magistratura dal 1991. Sostituto procuratore della Repubblica presso la Dda di Caltanissetta dal ’92 al ’99 e pubblico ministero della Dda di Palermo dal ’99, ha indagato sulle stragi dei magistrati Rocco Chinnici, Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e delle loro scorte, e sull’omicidio del giudice Antonino Saetta. Pubblico ministero in numerosi processi a carico di centinaia di mafiosi dell’ala militare di Cosa nostra e di fiancheggiatori – alcuni insospettabili – di Bernardo Provenzano, si è occupato di molti casi riguardanti i rapporti tra mafia, politica e istituzioni. Attualmente è impegnato nei processi per la cosiddetta “trattativa” tra mafia e Stato. Da due anni è presidente dell’Associazione nazionale magistrati di Palermo.