L’Ance Modena, per bocca del suo presidente Stefano Betti, conferma la piena approvazione della recente ordinanza del governatore della Regione Emilia-Romagna che stabilisce i criteri per l’erogazione dei contributi per le famiglie nelle aree terremotate che devono ripristinare le abitazioni private con danni lievi.

L’ordinanza stabilisce che “per importo pari o superiore a 150.000 euro, l’impresa che svolge i lavori deve essere in possesso di qualificazione rilasciata da società di attestazione (Soa). Gli interventi di ristrutturazione sugli edifici danneggiati dal terremoto, con un costo inferiore a quella cifra, potranno essere affidati anche a imprese non certificate Soa e le domande di contributo saranno giudicate valide”.

«Concordiamo con la Regione», afferma Betti, «che per questo tipo di interventi, sugli edifici dichiarati temporaneamente inagibili o parzialmente inagibili (schede AeDES con esito B e C), il costo dei lavori sarà al di sotto o molto al di sotto della soglia che è stata scelta. Quindi è stato garantito lo spazio per tutte le tipologie e dimensioni d’impresa, e nello stesso tempo l’utilizzo di imprese edili particolarmente qualificate laddove maggiormente necessario».

Occorre ricordare che la legge prevede già la qualificazione Soa per le imprese che lavorano con il privato, quando la commessa prevede contributi pubblici per oltre il 50 per cento e per importi di lavori sopra il milione di euro.

«Il fatto che la Regione abbia abbassato questa soglia (da non dimenticare che in questo specifico caso il contributo pubblico raggiunge l’80 per cento)», aggiunge Betti, «è particolarmente apprezzabile: tutte le imprese del settore edile potranno operare senza che venga meno la sicurezza per le famiglie e per l’intera comunità, così duramente colpita dal sisma del maggio scorso; al contempo si dimostra di voler salvaguardare il territorio dai rischi di degenerazione malavitosa del tessuto economico e sociale».