Gli inquinanti primari come il monossido di carbonio e il biossido di zolfo, non costituiscono più un problema. Anche alcuni degli inquinanti che in anni recenti avevano manifestato alcune criticità, come i metalli pesanti, gli idrocarburi policiclici aromatici ed il benzene sono al momento sotto controllo. Analogamente a quanto succede in tutto il bacino padano, rimangono tuttavia situazioni problematiche a scala regionale per quanto riguarda il PM10 e l’Ozono, mentre sono più localizzati in prossimità dei grandi centri urbani, i casi di superamento del valore limite annuale per il biossido di azoto, in particolare nelle stazioni da traffico. E’ quanto emerge dal Report sulla qualità dell’aria in Emilia Romagna riferito all’anno 2011, redatto da Arpa, e presentato oggi a Bologna dall’Assessore regionale all’ambiente e riqualificazione urbana Sabrina Freda.

“I dati di qualità dell’aria ci dicono che siamo sulla giusta strada, ma che dobbiamo rafforzare gli sforzi – ha spiegato l’assessore – la strategia deve essere quella dell’integrazione in quanto tutti i settori devono contribuire alla riduzione delle emissioni in atmosfera. Ognuno deve fare la propria parte. Non solo i cittadini, chiamati a contribuire attraverso i blocchi del traffico e le altre misure previste nel nuovo accordo triennale che partirà il 1 ottobre prossimo, ma anche, ad esempio, il settore produttivo.”

“Ne costituisce un esempio – ha aggiunto Freda – il recente intervento adottato dalla Regione per la regolamentazione del settore delle rinnovabili, con il quale si stabilisce che i nuovi impianti a biomasse devono rispettare il cosiddetto criterio del saldo zero, ovvero il bilancio emissivo nullo per il PM10 e gli ossidi di azoto. Un provvedimento con il quale si è voluto dare una risposta concreta alle esigenze di tutela della qualità dell’aria, contemperandole a quelle di sviluppo delle fonti rinnovabili. Proprio sul principio di integrazione punta il nuovo Piano regionale per la qualità dell’aria, avviato dalla Regione con l’obiettivo di fare “sistema”tra le diverse fonti emissive, per arrivare una riduzione complessiva delle emissioni sul territorio regionale“.

L’analisi della serie storica dei dati mostra come nel periodo 2001 – 2011 si sia avuto un significativo miglioramento della qualità dell’aria. In questo periodo infatti la concentrazione media annua regionale di PM10 si è ridotta complessivamente del 25%.

I valori mostrano tuttavia una oscillazione da un anno all’altro dovuto principalmente a fattori di natura meteorologica. In questo quadro il 2011 è risultato un anno con valori in aumento rispetto agli anni precedenti a causa dell’andamento meteo climatico sfavorevole: nel 2011 il numero di giorni favorevoli alla formazione di particolato atmosferico (basso indice di ventilazione e assenza di precipitazioni) è stato il più elevato degli ultimi 11 anni, salendo al 40% rispetto al 30% circa del 2009 e 2010.

Va comunque sottolineato che anche nel 2011 sono cresciuti i giorni di “disaccoppiamento” (56 contro i 48 del 2010), in linea con una tendenza che appare ormai costante nel tempo e che emerge dall’analisi comparata dell’andamento pluriennale dei fattori meteorologici e degli indicatori ambientali. In altre parole, mentre il numero di giorni favorevoli alla formazione di particolato tende a crescere nel tempo, quello dei giorni di effettivo superamento dei valori di qualità dell’aria tende comunque a diminuire. Una conferma questa dell’efficacia delle azioni di risanamento intraprese in questi anni.

L’andamento meteorologico sfavorevole è proseguito nei primi mesi del 2012, e ha causato episodi di inquinamento da polveri ed elevati valori di ozono del periodo estivo, paragonabili a quelli osservati nella ”calda estate” 2003. Nel periodo maggio-agosto 2012, in concomitanza con gli elevati valori di temperatura, si sono registrate complessivamente 438 ore di superamento della “soglia di informazione” per l’ozono (media oraria > 180 microgrammi/m3), rispetto alle 176 registrate nello stesso periodo del 2011.

Al via il 1° Accordo triennale per la qualità dell’aria 2012-2015, 35 milioni di euro per gli interventi strutturali e misure rafforzate

Questi dati confermano la necessità, per garantire l’obiettivo primario della tutela della salute del cittadino, di rafforzare le misure per la qualità dell’aria, come previsto dall’Accordo di programma 2012-2015, promosso dalla Regione e firmato dalle Province, dai Comuni capoluogo e da quelli con più di 50 mila abitanti e che partirà il 1° ottobre. Diverse le novità in arrivo: dall’anticipo al 1° ottobre dei “giovedì senz’auto”, una scelta resa necessaria dalle concentrazioni di particolato rilevate nel corso degli anni che non mostrano significative variazioni tra i mesi autunnali e invernali; all’introduzione delle domeniche ecologiche ogni prima domenica del mese; alle misure emergenziali in caso di condizioni particolarmente critiche. In pratica dopo 7 giorni consecutivi di superamento nel territorio di una stessa provincia dei valori previsti, scatterà il blocco del traffico la domenica successiva. Se il superamento permarrà per ulteriori 7 giorni anche in altre aree del territorio emiliano-romagnolo, il blocco domenicale verrà esteso a tutta la regione e affiancato dalla riduzione di 1 grado della temperatura negli ambienti riscaldati. L’Accordo 2012-2015 conferma comunque l’interruzione delle misure dal 1° dicembre al 6 gennaio, con in più la possibilità di revoca dei “giovedì senz’auto” in caso di condizioni di qualità dell’aria favorevoli sul territorio regionale per periodi prolungati.

Alle misure di limitazione del traffico veicolare si affiancano una serie di misure gestionali quali “buone pratiche” di gestione delle città: dalle ZTL al mobility management, dai percorsi casa-scuola e casa-lavoro, dal risparmio energetico negli esercizi commerciali all’introduzione di punteggi premianti nei capitolati d’appalto, al lavaggio delle strade.

Per finanziare interventi strutturali sono stanziati 35 milioni di euro, destinati ad infrastrutture ed opere per la promozione della mobilità sostenibile, dalla mobilità ciclopedonale ed elettrica, alle infrastrutture verdi, al rinnovo del parco autobus regionale, all’acquisto di materiale rotabile. I nuovi interventi strutturali saranno realizzati prioritariamente nelle aree più critiche per la qualità dell’aria, ovvero quelle rosse, arancio e gialle individuate nella cartografia delle aree di superamento dei valori limite di PM10 e biossido di azoto (NO2 ), la stessa mappa utilizzata quale riferimento per la localizzazione degli impianti a biomasse. Va sottolineato che attualmente l’Italia è sottoposta a procedura d’infrazione comunitaria per diverse zone del territorio nazionale, tra cui anche alcune dell’Emilia-Romagna, per quanto riguarda il superamento dei valori di PM10. Per i parametri di biossido di azoto abbiamo ottenuto la deroga al rispetto del valore limite fino al 2015, eccetto che per gli agglomerati di Bologna e Modena per i quali dobbiamo dimostrare all’Europa un impegno ulteriore.

Verso il Piano regionale della qualità dell’aria

I dati 2011 mostrano dunque che, per garantire un completo rispetto dei limiti, anche negli anni più critici dal punto di vista meteorologico, è necessario rafforzare le misure strutturali di riduzione delle emissioni inquinanti. Non solo. Poiché le criticità maggiori sono legate ad inquinanti secondari (che si formano per reazione chimica, anche a distanza dalla fonte di emissione) e tendono ad interessare più regioni, è sempre più necessario agire su area vasta.

Da qui la scelta della Regione di ampliare la scala spaziale degli interventi attraverso un Piano regionale per la qualità dell’aria coordinato con misure da attuare a livello interregionale e nazionale. Un piano completo e di più ampio respiro che permetta di indirizzare, integrare e gestire le politiche sulla qualità dell’aria da Piacenza a Rimini; non più nove piani provinciali o interventi singoli ma idee progetti e linee condivise che abbiano come fine la salute dei cittadini.

Nella prospettiva di un Piano regionale per la qualità dell’aria la Regione ha già adottato una serie di atti e strumenti che disciplinano diversi settori emissivi, dall’industria alla produzione di energia, dai trasporti all’agricoltura, in un’ottica di sempre maggiore integrazione. Nel settore delle biomasse, ad esempio, la Regione è intervenuta negli ultimi due anni non solo promuovendo l’utilizzo delle migliori tecnologie di progettazione e gestione per ridurre l’impatto di questa tipologia di impianti, ma introducendo anche il criterio del saldo emissivo “zero” per i nuovi impianti localizzati in aree critiche per la qualità dell’aria.