Grande successo per il convegno “REGGIO EMILIA 1982-2012”, che ieri (venerdì 5 ottobre) ha registrato il tutto esaurito. Le celebrazioni del trentennale dell’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia dunque chiudono con un gran finale e numerosi spunti di riflessione sugli ultimi 30 anni di architettura reggiana e sulla figura professionale dell’Architetto di ieri, oggi e domani.

«Nel linguaggio architettonico, gli italiani hanno perso la capacità di esprimersi. Non abbiamo il coraggio di inserire nelle città antiche la nostra lingua di oggi. Ma dobbiamo anche fare una battaglia seria per la conservazione e contro il visionismo» ha spiegato Philippe Daverio nel suo intervento “Crisi lunga e Architettura nuova” «È meglio Calatrava o era meglio restaurare Colorno? Non do la risposta ma mi chiedo se diventiamo più competitivi con Calatrava o restaurando una reggia. Abbiamo il paesaggio più antropizzato del mondo e lo stiamo uccidendo». Il grande intellettuale italiano e Docente Ordinario di Disegno Industriale dell’Università di Palermo non si è fermato qui e ha affondato le considerazioni sul tema della crisi: «La crisi non è della categoria, ma della comunità. Chi si occupa di economia dovrebbe studiare l’architettura, perché è uno specchio veritiero della realtà di un paese. Lancio una provocazione: perché non attribuire a certi quartieri i nomi dei politici che li hanno voluti? Il problema» continua Daverio «è che oggi manca il piacere del dibattito culturale. Ad esempio, ragionare in modo teorico sul terremoto è un’opportunità fondamentale per il futuro del paese: passo da snob, ma in Italia i capannoni fanno schifo e il territorio è stato demolito dalla pianificazione. Abbiamo fatto le più belle fabbriche d’Europa e ora facciamo i capannoni più brutti. Abbiamo inventato l’architettura in 2500 anni e in una generazione demoliamo tutto. È un record di demolizione di sovrastrutture psichiche. Cosa ci è successo?».

In linea con le parole di Daverio, anche le considerazioni contenute negli altri interventi. «L’Architetto è come un medico condotto» spiega Aldo Colonetti, Filosofo e Direttore di Ottagono «È una persona che conosce il contesto e le persone e sa interpretare i loro bisogni. L’architettura ha una grande responsabilità sul territorio. Quello che noi chiamiamo paesaggio è il nostro patrimonio». Dello stesso avviso anche Leopoldo Freyrie, Presidente Consiglio Nazionale degli Architetti P.P.C., che ha dichiarato: «Dobbiamo lavorare con i cittadini, che sono i nostri veri interlocutori, per immaginare con loro la città futura».

Il convegno “REGGIO EMILIA 1982-2012” ha puntato anche l’attenzione sull’importanza di un’istituzione come l’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia. «Il trentennale» dichiara Walter Baricchi, Presidente Ordine degli Architetti P.P.C. di Reggio Emilia «è un’occasione per ribadire che l’Ordine non deve niente a nessuno: non viviamo di contributi pubblici, agevolazioni, misure a sostegno, rendite parassitarie né tantomeno Ordini e Collegi assicurano rendite di posizione: ci sosteniamo con il contributo dei nostri iscritti e tanto volontariato. Oggi» continua Baricchi «sta cambiando il modo di fare professione. Noi stessi dobbiamo essere i protagonisti di una riforma autonoma, ribadendo ruoli, valori sociali ed etici, riconosciuti dall’Unione Europea come distintivi delle professioni intellettuali. Noi Ordini vogliamo tenere accesa la fiamma e la passione, che sono la vita dell’architettura, perché la burocrazia la uccide».

Durante il pomeriggio, sono stati premiati gli architetti che hanno raggiunto 50 anni di iscrizione all’Ordine degli Architetti di Reggio Emilia e i presidenti che si sono succeduti dal 1982 ad oggi. Le medaglie consegnate sono state realizzate dagli studenti – Matteo Marchini, Nicole Casolari, Ghita Fares e Federico Carretti) del Liceo Statale Artistico G. Chierici di Reggio Emilia.

Nomi iscritti all’Ordine da più di 50 anni: Gianni Boeri, Maria Cristina Costa, Leopoldo Ficarelli, Giuseppe Lasagni, Enea Manfredini, Giacometta Pantano, Antonio Pastorini, Quintilio Prodi, Giuliana Treichler, Franca Valli Manenti, Pierino Cervi.

Nomi ex presidenti dell’Ordine dal 1982: Carlo Lucci, Antonio Pastorini, Quintilio Prodi, Teodoro Anzillotti, Angelo Silingardi Seligardi.

Il convegno “REGGIO EMILIA 1982-2012” è stato promosso da Fondazione Architetti di Reggio Emilia, in collaborazione con CGIL di Reggio Emilia e Liceo Statale Artistico G. Chierici di Reggio Emilia, con il sostegno di Prati Colori&Vernici e Lithos.