È dedicata ai minori soli, uno degli anelli più fragili della società, una delle prime azioni messe in campo dal Comune di Reggio Emilia e da diversi attori del Sociale, nell’ambito del Patto per il Welfare, l’accordo sottoscritto dall’Amministrazione comunale con istituzioni pubbliche, organizzazioni del privato sociale e a partecipazione pubblica, imprese, sindacati e associazioni per creare una nuova forma di coesione e solidarietà del territorio: un welfare di comunità.

In un contesto caratterizzato da sempre maggior precarietà sociale, dovuta alla crisi economica ma anche a fenomeni di disgregazione e frammentazione familiare, si è deciso di intervenire prioritariamente sui minori con un progetto dedicato a chi, non potendo essere seguito dai genitori naturali, necessita di persone affidabili ed esperte (ad esempio, genitori e famiglie che hanno già cresciuto figli ormai autonomi) in grado di esercitare la patria potestà e di curarne gli interessi materiali e immateriali. A tal fine il Comune di Reggio ha attivato, in collaborazione con Osea, Ceis, DarVoce e Cps, un progetto di ricerca e reclutamento di persone che possano svolgere la funzione di tutore e divenire riferimenti legali e morali per la crescita di bambini e ragazzi, che vivono in comunità protette.

Analogamente a quello che già avviene con gli amministratori di sostegno per anziani, i tutori affiancano i servizi sociali affidatari rispetto alle scelte che riguardano l’educazione, la salute e in generale le scelte di vita del minore.

 “Oggi presentiamo uno dei primi risultati del Patto per il Welfare con un’assunzione di responsabilità collettiva e di progettazione collettiva a favore dei minori, a dimostrazione che il welfare è un tema che riguarda tutti, non solo degli operatori dell’Amministrazione comunale – ha detto il sindaco Graziano Delrio illustrando il progetto alla stampa – La partecipazione di sempre più soggetti, come avviene in questo caso, su questi temi è proprio una delle sfide che ci siamo dati in occasione della promozione del Patto per il welfare. Con il coinvolgimento di tanti stiamo cercando di cambiare il nostro modo di lavorare, perché mentre la spesa a favore dei minori è in crescita esponenziale e al momento è pari a oltre 5 milioni di euro, siamo stati lasciati sempre più soli dallo stato, nonostante il permanere degli obblighi per l’erogazione di questi servizi”.

“In una città come la nostra, che si vanta di essere all’avanguardia nel mondo nell’educazione – ha aggiunto Delrio – nessun minore può essere dimenticato o lasciato indietro perché ogni minore è prezioso e perché l’educazione non si ferma a 6 anni”.

“La qualità di vita che siamo in grado di fornire ai minori dipende da ciascuno di noi – ha continuato l’assessore comunale alle Politiche sociali Matteo Sassi – La risposta che il territorio sta dando e la volontà comune di lavorare insieme per il benessere della comunità sono la dimostrazione che quando gli obiettivi sono chiari e condivisi la nostra città è in grado di reagire e uscire dagli standard con proposte nuove”.

Alla conferenza stampa è intervenuta anche Germana Corradini, dirigente dei servizi sociali del Comune, che ha illustrato i dettagli del progetto di tutela dei minori, un progetto che è apripista in Regione e che, sull’esempio di Reggio, potrebbe essere esteso anche in altre realtà. Presenti anche i rappresentati dei diversi partner coinvolti nel progetto che si sviluppa appunto sulla base di una rete: Carlo Menozzi di Osea, Umberto Bedogni di DarVoce, Umberto Vitrani del Ceis, Laura Artioli della cooperativa Centro di prevenzione sociale (Cps).

IL TUTORE PERSONA – Viene quindi avviato un percorso di formazione di coloro che sono interessati a condividere le responsabilità che la comunità intera ha nei confronti di quei minori che hanno perso i genitori o che il tribunale decide di allontanare dal nucleo familiare. Il progetto vuole in questo modo da un lato mettere a disposizione dell’autorità giudiziaria una rosa di persone affidabili e moralmente integre a cui affidare la tutela legale dei minori, dall’altro vuole personalizzare questa relazione e quindi attribuire a ogni bambino o ragazzo un “tutore persona” piuttosto che un’istituzione.

Solitamente infatti il tribunale assegna la tutela ai rappresentanti dei Comuni (sindaci o assessori) o dei servizi assistenziali e sanitari (presidenti o direttori generali) dando vita quindi a riferimenti del tutto formali, spesso impegnati a seguire contemporaneamente decine di situazioni e, di fatto, ridotti a esercitare le cosiddette “tutele burocratiche”.

Dal tutore generico che agisce da solo si passa così al tutore preparato che ha la consapevolezza di muoversi come referente del bambino in un contesto di rete. Il tutore nei suoi compiti viene coadiuvato dai Servizi, che assumono così la funzione di reclutatori, formatori e consulenti di queste nuove figure.

La scelta di optare per persone esterne alle istituzioni e ai servizi di assistenza ha il vantaggio di affidare la tutela a soggetti che, proprio perché distinti dai servizi e dai loro operatori, possono far valere i diritti del minore anche nei confronti dei servizi stessi.

L’individuazione di figure singole e la creazione di rapporti uno a uno, sempre più diretti e tra persone, può permettere inoltre lo sviluppo di relazioni che divengano stabili nel tempo, anche al di là dell’obbligo giuridico, e capaci quindi di rendere il tutore un riferimento anche dopo il compimento del diciottesimo anno.

L’AVVIO DEI CORSI E I BENEFICIARI – Nelle prossime settimane, con l’inizio del nuovo anno, partiranno i primi corsi, della durata di 25 ore, per formare i tutori e creare una prima lista di persone da segnalare al tribunale per l’assegnazione delle tutele. Attualmente i minori seguiti dal Comune di Reggio che potrebbero beneficiare di tutori personali sono circa 60, la maggior parte in età preadolescenziale e tutti sopra i 10 anni. Il progetto non prevede l’allontanamento dei ragazzi dalle comunità in cui vivono, ma solo l’accompagnamento-tutela di persone esterne.

Gli interessati a divenire tutori possono contattare il Comune ai numeri 0522.456725 – 456324, mail silvana.pellicciari@municipio.re.it e alessandro.scarduelli@municipio.re.it.

FAMILIARIZZARE – Il progetto di tutela dei minori rientra nell’ambito di Familiarizzare, iniziativa ideata insieme a Ceis e Cps sempre nell’ambito del Patto per il Welfare e articolata su tre ambiti di intervento. Oltre al caso di tutela dei minori, si prevede infatti di attivare figure volontarie – in questo caso famiglie – per progetti di sostegno ad altri nuclei familiari: da un lato per l’inserimento sul territorio di famiglie di recente insediamento (con funzioni di orientamento nel nuovo contesto dei servizi) e dall’altro per iniziative di auto-aiuto su problematiche comuni.

IL CONTESTO E ALCUNI DATI – Il passaggio da un welfare di tipo istituzionale a un welfare di comunità, che coinvolge nell’aiuto delle frange sociali più deboli anche una rete informale e pienamente affidabile di soggetti, tra cui anche singoli cittadini e famiglie, nasce dall’evidenza che la domanda di un welfare nuovo è forte e in costante crescita.

Se da un lato le famiglie nell’ultimo decennio, e in particolare negli ultimi quattro anni, sono state segnate dalla crisi economica e dalla crescita dei bisogni, dall’altro sono pesantemente diminuite in Italia le risorse che fino ad ora hanno sostenuto un sistema di welfare strutturato quasi esclusivamente sul pubblico. Il sistema del welfare per poter continuare a rispondere alle istanze della comunità deve quindi ripensarsi e riorganizzarsi, aprendosi a nuove forme di collaborazione e sostegno che nascono anche grazie al coinvolgimento dei privati e dei cittadini stessi, come appunto nel caso del progetto per la tutela dei minori.

Il mutamento della composizione sociale – e dello sviluppo di nuovi bisogni – risulta evidente da alcuni dati socio-demografici: dal 2000 al 2011, la popolazione di Reggio è cresciuta del 17,5% (da 146.092 171.688 abitanti); le classi di età che registrano le variazioni percentuali più consistenti sono: quelle dei ragazzi 10-14 anni (+41,5%); le persone di età compresa tra i 45 e i 49 anni (+52,3%) e gli anziani 80-84enni (+40,5%). In particolare, i minori di 18 anni sono cresciuti del 36,2% e, nel 2011, rappresentano il 18,7% della popolazione residente. Il numero delle persone sole è in costante aumento: al 31 dicembre 2011 sono 32.421 (18,9% della popolazione residente), di cui 9.830 anziani.

Le famiglie monogenitoriali sono 6.832; nella maggioranza dei nuclei monogenitoriali il genitore solo è la madre (84,3%).

Nel 2011 sono stati 803 i nuclei con minori che si sono rivolti agli sportelli sociali territoriali, di cui 331 con problemi legati alla genitorialità.

Complessivamente, nel 2011, sono stati 2.671 i nuclei con minori in carico agli assistenti sociali (di cui oltre un 45% con difficoltà genitoriali), 323 gli affidi, 199 gli inserimenti in comunità per minori soli, madri con minori, giovani maggiorenni.

Nel 2011 il Comune, tramite Fcr e le Asp, ha sostenuto una spesa sociale di oltre 5 milioni di euro a favore dei minori in difficoltà. Tra il 2007 e il 2011 la spesa per i minori è più che raddoppiata.