Il 16 novembre, alle ore 16,30, presso la Sala di Rappresentanza (Residenza Municipale), la rassegna “Altre parole per dirlo” ospiterà l’incontro dal titolo “TerreMOtate/TerreMutate: esperienze e pensieri di donne sul terremoto”, che vedrà come suo momento centrale lo scambio di racconti ed esperienze tra le donne del Comitato Terre/mutate dell’Aquila e le donne che hanno vissuto il terremoto nella Bassa modenese. Perché questo evento si inserisce all’interno di “Altre parole per dirlo”, il programma di dieci giorni sul tema della violenza contro le donne? Che cosa hanno in comune i due temi? L’elemento comune (presente anche nel titolo di tutta la rassegna) è la forza delle donne: quella che consente a tante donne di fuggire la condizione di vittime a cui la violenza maschile tenta di ridurle, e che ci pare di riconoscere anche dentro quell’esperienza (della violenza cieca di un evento naturale) che a prima vista sembra ridurre tutte e tutti a vittime impotenti.

Qui la forza delle donne si manifesta come capacità di fronteggiare l’emergenza, di tenere assieme i pezzi di una vita minacciata e resa precaria, di inventare modi per ricreare un mondo più vivibile per sé e per chi sta loro intorno. L’intenzione dell’incontro è quella ragionare di questo insieme a chi è stata protagonista di queste esperienze, in diverse posizioni e ruoli, e a chi ha messo al centro delle proprie riflessioni ed analisi il ruolo centrale – in senso economico e politico – del lavoro domestico e di cura.

Parteciperanno alla discussione anche Antonella Picchio, economista Università di Modena e Reggio Emilia, Maddalena Vianello, ricercatrice Università di Modena e Reggio Emilia, Francesca Maletti, assessora Politiche sociali Comune di Modena e Palma Costi, consigliera regionale Emilia Romagna.

Modererà l’incontro Giuliana Pincelli dell’Associazione Casa delle donne contro la violenza di Modena.

Al termine del dibattito, verrà proiettato il documentario “Con la testa e con le mani” di Maddalena Vianello e Stefano Mazza. Il video, costruito sulla base di due interviste effettuate subito dopo il sisma che ha colpito l’Emilia-Romagna a fine maggio 2012, si snoda attraverso le voci di Francesca Corcione e Barbara Forti che – dopo esperienze professionali completamente diverse – abbandonano camici, ago e filo per indossare la tuta blu. Entrambe si sono “reiventate” operaie metalmeccaniche nel 2005, quando Wam apre alle donne i reparti di produzione. Le loro storie si rincorrono lungo due direttrici inestricabili nell’analisi del lavoro femminile: lavoro retribuito e lavoro di cura. Ripercorrono esperienze professionali e di vita per raccontare il loro incontro con la metalmeccanica, l’ingresso in officina, il rapporto con il lavoro e con l’impresa, le relazioni fra uomini e donne in un ambiente a netta prevalenza maschile, la maternità, la divisione del lavoro domestico all’interno del nucleo familiare, le intersezioni profonde fra tempi di vita e di lavoro. Il terremoto si inserisce prepotentemente nella narrazione con considerazioni sul presente e sul futuro delle persone, del territorio e del tessuto industriale.