“In questo momento di grande crisi e difficoltà in cui anche le nostre aziende stanno soffrendo non deve mai venire meno quel senso di speranza che ci ha sempre animato per poter guardare avanti con un cauto ottimismo”. Con queste parole il presidente di Fedagri/Confcooperative, Maurizio Gardini, ha concluso la cerimonia del decennale di Naturitalia, società commerciale del Gruppo ortofrutticolo Apo Conerpo. “La situazione attuale – ha proseguito Gardini – si presenta decisamente complessa, ma dalle criticità dobbiamo saper cogliere altrettante opportunità per offrire ai nostri soci una risposta adeguata di fronte al nuovo scenario socio-economico, in continua e profonda trasformazione”.

Secondo Gardini “la fuga dalle commodities deve portare ad una politica della differenziazione delle nostre produzioni per assicurare un’anima ai prodotti agricoli di qualità così da recuperare valore aggiunto saltando le fasi intermedie della filiera e arrivando direttamente sulla tavola dei consumatori di tutto il mondo”.

“Su questo fronte – ha affermato Gardini – la cooperazione è sempre stata impegnata in prima linea ed anche oggi può fornire un importante contributo per valorizzare adeguatamente il prodotto di qualità realmente italiano”.

“In questo senso – ha ricordato ancora il presidente di Fedagri/Confcooperative – occorre respingere le proposte che vanno nella direzione contraria alla aggregazione e concentrazione dell’offerta per garantire un futuro all’ortofrutta italiana. Risulta pertanto indispensabile mantenere le regole che governano la frutta e la verdura europea (Ocm) e che, puntando sulle organizzazioni dei produttori, hanno consentito in questi anni di raggiungere importanti obiettivi. Diciamo quindi no alla proposta del premio unico per le aziende perché non rappresenta un salto di qualità verso forme superiori e remunerative di imprenditoria agricola”.

“Occorre invece – ha concluso Gardini – un progetto serio di ristrutturazione del comparto agricolo che consenta di non sprecare risorse preziose con servizi non indispensabili alla crescita dell’impresa ortofrutticola e così offrire le giuste risposte alle esigenze della base produttiva che sta vivendo una delle fasi più difficili dal secondo Dopoguerra”.