Demos_MalavasiDemos Malavasi, delegato provinciale agli enti locali del Pd di Modena giudica irresponsabile la scelta di bloccare l’attività dell’esecutivo Monti, “impedendo così il completamento della riforma delle province e il più complessivo riordino istituzionale avviato nei mesi scorsi”. Spetterà dunque al prossimo governo ridare slancio al processo riformatore, semplificando l’apparato istituzionale, determinando risparmi nei costi della politica e una maggiore efficacia nelle risposte ai cittadini e alle imprese. Particolare attenzione “dovrà essere posta a sostegno dei comuni, facilitando i processi di fusione e di unione”. Di seguito la dichiarazione completa di Malavasi.

Chi ha tolto la fiducia al governo Monti si è assunto la grave responsabilità di bloccare la riforma delle province e il più complessivo riordino istituzionale avviato nei mesi scorsi. Si è fermato un processo che avrebbe portato ad una razionalizzazione del sistema istituzionale e che avrebbe determinato risparmi nei costi della politica e una maggiore efficacia nelle risposte ai cittadini e alle imprese. Il combinato disposto del riemergere di forti spinte centralistiche e di un anacronistico localismo ha affossato una riforma, da correggere in alcune sue parti, che avrebbe interessato i comuni, le province, le regioni, l’articolazione dello stato nei territori, mettendoci in linea con ciò che sta avvenendo nei più importanti paesi europei. Spetterà al nuovo governo e al parlamento che usciranno dalle prossime elezioni politiche riprendere e dare slancio al processo riformatore avviato dal governo Monti. Perché di questo processo riformatore ne abbiamo più che mai bisogno per avere istituzioni a tutti i livelli più efficienti e meno costose con una pubblica amministrazione semplificata e più trasparente per dare risposte ai problemi dei cittadini e delle nostre comunità sopratutto oggi in una fase di profonda crisi economica e sociale senza precedenti che può essere superata solo con innovazioni e riforme profonde in campo economico e istituzionale. Questa è anche l’unica strada per recuperare anche un rapporto di fiducia dei cittadini nelle istituzioni. I principi cardine che devono stare alla base della riforma istituzionale sono la semplificazione e riduzione dei livelli di governo, la differenziazione delle competenze, la sussidiarietà tra le istituzioni e tra queste e la società, la semplificazione e la trasparenza, l’economicità. La riforma deve interessare tutti i livelli istituzionali nessuno escluso. Una sola camera che legifera e con la metà dei deputati, regioni che governano di più e che gestiscono di meno, enti intermedi di area vasta, sostegno a processi di fusione e unione tra comuni, razionalizzazione e riduzione delle strutture periferiche dello stato. Alla base dell’assetto istituzionale ci sono i comuni. Ma per come è organizzato l’assetto oggi, i comuni non sono in grado di affrontare le nuove sfide sia per mancanza di risorse ma anche per il loro numero e per la loro organizzazione. È indispensabile sostenere i processi di fusione e di unione tra comuni che permettano di realizzare enti che abbiano una massa critica di abitanti che permetta di organizzare servizi qualificati ai cittadini e alle imprese. Anche nella nostra provincia, da diversi anni, si sono avviate esperienze positive di unioni che necessitano oggi di un ulteriore salto di qualità nella gestione dei servizi conferiti ma anche cimentandosi su terreni nuovi come la programmazione territoriale e la predisposizione degli strumenti urbanistici. Sono in campo anche studi e proposte per fusioni tra comuni nella bassa, nel vignolese e in montagna. Sono scelte che vanno incoraggiate e sostenute sul piano politico e istituzionale facendo attenzione ai percorsi di partecipazione e di condivisione con le popolazioni interessate per fare emergere le convenienze di questi processi come ha evidenziato il referendum dei comuni della Val Samoggia. In questa direzione va il progetto di legge della regione Emilia Romagna che andrà in Consiglio la prossima settimana per l’approvazione in materia di riordino istituzionale con al centro il sostegno alle unioni e fusioni tra comuni il cui potenziamento e rafforzamento è alla base del processo di riforma delle provincia e della regione. In questo modo la regione Emilia Romagna vuole dare un forte segnale che il cambiamento e l’innovazione è necessaria e possibile innanzi tutto qui per rendere più efficiente e competitivo il nostro territorio per mantenere e sviluppare i risultati ottenuti e vincere le nuove sfide ma anche all’Italia intera.