Il Governo ha recentemente prorogato il pagamento dei tributi e dei contributi delle imprese dei territori dell’Emilia colpiti dal terremoto del maggio scorso, di soli quattro giorni: dal 16 al 20 dicembre. In occasione del terremoto del terremoto in Abruzzo è stata invece prevista una rateizzazione di 120 rate dei tributi e dei contributi, per famiglie e imprese.

E’ un trattamento ingiusto quello riservato all’Emilia, un territorio che concorre per il 2 per cento alla formazione del prodotto interno lordo: un’ingiustizia di fronte alla quale la Regione Emilia-Romagna ha taciuto.

Inoltre, sono stati previsti contributi e finanziamenti, per consentire la rateizzazione delle imposte, solo per le imprese che hanno subito un danno materiale diretto alle merci, alle attrezzature e agli immobili, mentre non si è tenuto conto di quelle che hanno subito un danno indiretto, quale ad esempio la perdita di fatturato o di clienti: solo le prime, infatti, potranno beneficiare dell’accesso al finanziamento agevolato per pagare, in 24 rate e non in 120 come è stato per l’Abruzzo terremotato, le imposte e i contributi sospesi dopo il sisma; le altre imprese sono state invece abbandonate a se stesse.

L’ingiustizia non riguarda solo gli imprenditori, ma anche i lavoratori dipendenti, che si vedranno ridurre fortemente le tredicesime dalle trattenute, destinate al pagamento delle imposte e dei contributi arretrati. Ciò comporterà, oltretutto, una diminuzione dei consumi; diminuzione particolarmente negativa in questa fase di recessione economica.

Anche i mutui e le utenze, sospesi fino al 30 novembre scorso, sono tornati a pesare come un macigno sui redditi delle imprese e delle famiglie residenti nelle zone emiliane colpite dal sisma.

Ritengo perciò necessario che, in sede di approvazione in Parlamento della legge di Stabilità, si intervenga al fine di porre rimedio a questa palese ingiustizia fiscale.

Fabio Filippi