“Quale futuro per l’area ex AMCM di Modena” è stato il titolo e l’obiettivo di un processo partecipativo organizzato da SEL nel Febbraio – Aprile 2010 per proporre una soluzione alternativa e condivisa a quella presentata dall’assessore Sitta al Consiglio Comunale il 21.12.2010, esattamente due anni fa, ed oggi bocciata dal TAR.

Naturalmente condividevamo la necessità di salvaguardare e valorizzare l’area e a farlo, entro il mandato, attraverso un progetto massimamente condiviso.

La proposta avanzata dall’Assessore però non era per noi condivisibile. Eravamo già entrati nell’attuale crisi economica e sociale e il progetto risultava datato e comunque non condivisibile, se escludiamo le funzioni di polo culturale, per il luogo, il contesto e la storia del complesso degli edifici dell’ex AMCM.

Abbiamo cosi organizzato un processo partecipativo aperto a tutti, sono intervenute circa 180 persone, che in tre mesi di lavoro hanno avanzato le loro osservazioni e proposte, raccolte poi in un documento conclusivo puntualmente consegnate al Sindaco Pighi nella speranza di un accoglimento e della riapertura di un fase di revisione del “progetto Sitta”. Ci piace qui ricordare l’impegno e la passione messa nell’occasione da Angela Benassi, uno degli ultimi della sua giovane vita.

La nostra richiesta non solo non è stata accolta, ma nel pieno dell’estate, anzichè attendere la sentenza del TAR in merito alla richiesta di annullamento della delibera comunale di approvazione del PUA, avanzata dalle maggiori associazioni ambientaliste modenesi, si procedeva alla demolizione di alcuni edifici pubblici, due dei quali di sicuro interesse storico culturale per la città di Modena.

Oggi la sentenza del TAR, di fatto, annulla quella delibera, il progetto deve essere rivisto, ma il vecchio ricovero dei tram dell’inizio del secolo scorso e la palazzina Vecchi non ci sono più, abbiamo perso testimonianze delle politiche pubbliche dei trasporti e dell’elettricità, elementi chiave per leggere la storia dello sviluppo dei servizi della Modena contemporanea. E non si può evocare a propria giustificazione che quegli edifici non erano stati protetti dalla Soprintendenza ai Beni Culturali e non solo perché anche le Sopraintendenze possono sbagliare, ma perché spetta soprattutto alla Comunità Locale difendere il proprio patrimonio culturale.

Il danno è fatto e qualcuno dovrà rispondere per questo.

Ed ora cosa fare. SEL propone di riprendere il percorso proposto da dove era stato interrotto, convocare un forum partecipativo, ispirandosi al programma elettorale delle ultime elezioni amministrative dove si parlava di valorizzare le componenti culturali ed identitarie dell’area e non di torri, stecche, parcheggi sotterranei, centri commerciali e costruire una nuova proposta di progetto più corrispondente ai bisogni della città in rapporto anche alle attuali condizioni di crisi economica, sociale ambientale e culturale.

Il percorso partecipativo si può sviluppare in tre mesi, seguirà la redazione dei progetti operativi e quindi l’avvio dei lavori entro il mandato.

Un ringraziamento ad Italia Nostra, Lega Ambiente, WWF di Modena che con la loro azione sono riusciti a riaprire il discorso sul futuro dell’area ex AMCM.

SEL come forza politica che sostiene questa maggioranza in consiglio comunale, se pure con posizioni critiche soprattutto in materia urbanistica, non poteva ricorrere alle carte bollate per ottenere ascolto, ma ha privilegiato e privilegerà in futuro il confronto e la battaglia delle idee attraverso forme strutturate di partecipazione, nella convinzione che alla fine saranno le idee e le proposte migliori, fuori da logiche di potere, che riusciranno vincenti.

(Eriuccio Nora e Cristian Favarin, Sinistra Ecologia Libertà – Circolo di Modena)