Ennesima rapina violenta in una casa di Modena. E i cittadini sempre più spaventati si interrogano su come possono difendersi. Vista l’insipienza, per non dire il menefreghismo delle istituzioni diventa francamente difficile dare consigli.

Fare l’ennesimo appello al Marino ‘dormiente’ è inutile: parole e tempo sprecati. Ormai tutta la città ha capito di avere un assessore allo sport ma di non averne uno alla sicurezza. Il questore invece non trova di meglio se non lanciarsi in riflessioni di bassa sociologia. A suo modo di vedere il dilagare del crimine sarebbe una conseguenza della crisi economica. Si è però dimenticato che il suo compito non è spiegare, è agire.

Le forze dell’ordine fanno quello che possono, ma hanno ridottissimi margini d’azione, stretti come sono tra la cronica carenza di mezzi e una legislazione che tratta con un occhio di riguardo i delinquenti e spesso vanifica il loro lavoro.

I cittadini sono quindi indifesi di fronte a criminali quasi sempre stranieri che si portano dietro una cultura di aggressività e di violenza a noi ormai sconosciuta. E qui viene il tasto dolente.

I modenesi sono pacifici. E questo sarebbe un bene se il loro vivere in pace fosse tutelato e valorizzato dalle istituzioni. Invece ci tocca dire che l’essere pacifici è diventato un limite se non addirittura un difetto. Purtroppo.

I modenesi sono tra l’incudine e il martello. Da una parte c’è uno Stato predatore che a fronte dei soldi che sottrae ai cittadini non restituisce in termini di servizi e soprattutto di sicurezza. Dall’altra ci sono le rapine quotidiane della criminalità straniera che, conscia dell’impunità che gli viene garantita, non esita ad usare la brutalità e la violenza per sottrarre ai modenesi i propri averi.

Allora torniamo alla domanda iniziale: che fare? Forse, ai modenesi non rimane altro che diventare un po’ meno pacifici e dotarsi di mezzi di difesa? Dio non voglia. Si tratterebbe di un evidente regresso nei livelli di civiltà, ma questa prospettiva rischia di diventare inevitabile di fronte al disfacimento dello Stato e alla sua evidente incapacità di difendere i cittadini.

Da quel che sappiamo sono già aumentate le richieste di porto d’armi per uso sportivo e sono sempre di più le persone che frequentano il poligono di tiro.

(Il segretario cittadino della Lega Nord per l’indipendenza della Padania, Stefano Bellei)