differenziata-riusoIl Consiglio Locale di ATERSIR, composto dall’assemblea dei Sindaci e dalla Provincia, ha deliberato gli indirizzi per la riduzione dei rifiuti. Gli indirizzi, elaborati dal rifiutologo Mario Santi, vengono quindi integrati al Piano d’Ambito approvato nel dicembre 2011 e costituiscono un punto di riferimento tecnico per tutti i Comuni, che avranno a disposizione azioni mirate per ridurre la produzione di rifiuti.

Il programma provinciale di riduzione dei rifiuti prevede l’incentivazione dell’attuazione, per i cittadini, del compostaggio domestico. La raccolta domestica del residuo umido possiede, sul territorio reggiano, ampi margini di miglioramento. Unitamente si prevede di valorizzare le stazioni ecologiche attrezzate (già 65 nel territorio provinciale) e dei Centri del Riuso per il recupero di materiale ancora utilizzabile, come quelli di Campagnola Emilia e Fabbrico, aperti nel 2012.

Altra azione da sostenere da parte delle Amministrazioni è l’utilizzo di acqua pubblica, latte e prodotti vari alla spina, come anche l’acquisto di beni riutilizzabili quali ad esempio i pannolini lavabili.

In ambito pubblico e negli uffici amministrativi maggiore attenzione sarà posta all’implementazione degli acquisti verdi, come anche allo svolgimento delle “ecofeste”, marchio di riconoscimento per quelle iniziative che si impegnano nella raccolta differenziata, 36 nel 2011 per un totale di circa 90.000 coperti (riciclati).

Non mancano azioni di respiro sovra territoriale come il costante sostegno al progetto Re Mida in particolare con la vincente formula di Re Mida food che consente la redistribuzione ad associazioni benefiche da parte della grande distribuzione di cibo ancora buono per l’utilizzo, o l’adesione al progetto Life No Waste per un percorso condiviso di riduzione dei rifiuti.

“Alla fine del 2011 – commenta l’assessore provinciale all’ambiente Mirko Tutino – abbiamo dato sicurezza e solidità anche per il futuro al nostro sistema di gestione dei rifiuti attraverso un piano per la raccolta differenziata coordinato ed un’impiantistica di trattamento e smaltimento moderna. Vogliamo affrontare anche la sfida più ambiziosa, la riduzione dei rifiuti. Le amministrazioni locali hanno un campo di azione limitato, tuttavia con gli indirizzi per la riduzione dei rifiuti abbiamo condiviso con i Comuni delle azioni concrete capaci, territorio per territorio, di raggiungere significativi obiettivi di riduzione dei rifiuti. Meno rifiuti significa meno consumo di risorse naturali e minori necessità di raccolta, trattamento e smaltimento.”

Nel corso del mese di dicembre 2012, inoltre, la Provincia ha raccolto il parere favorevole di tutti gli enti sanitari ed ambientali coinvolti nella procedura urbanistica per la realizzazione del TMB. Il progetto definitivo si svilupperà nei prossimi mesi e per quel momento, anche alla luce dei risultati di raccolta differenziata raggiunti, verrà decisa l’effettiva capacità dell’impianto. E questo anche a seguito degli ottimi risultati raggiunti dal “modello Poviglio”: il sistema di raccolta porta a porta voluto e sostenuto dalla Provincia e dai Sindaci reggiani ha consentito al paese della bassa – il primo ad averlo sperimentato – il raggiungimento del 90% di raccolta differenziata in soli quattro mesi. Con l’espressione dei pareri e con il lavoro della scuola agraria di Monza, i tempi perchè la procedura porti all’attivazione dell’impianto a metà del 2015 sino ad ora sono stati rispettati. Con l’impegno della Scuola Agraria di Monza verrà eliminata la produzione di CDR dall’impianto e più nulla, nè a Reggio nè altrove, verrà bruciato, incrementando il recupero di materia da riciclare. L’intervento della Scuola Agraria di Monza nella progettazione è il frutto di una scelta: garantire un progetto “terzo” rispetto al gestore. Il materiale inerte che uscirà dal TMB nel 2015 sarà pari a meno del 13% di tutti i rifiuti prodotti. Un risultato preso ad esempio in tutta Italia.