carabinieri20Destinate a conservare salumi o la salsa fatta in casa, le cantine pare siano state “rivalutate” grazie al business degli stupefacenti. La conferma circa la “cessione” in nero delle cantine a persone che vivono da altre parti e che poi le adibiscono a deposito di stupefacenti potrebbe presto arrivare dall’attività investigativa dei Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli che lo scorso pomeriggio hanno arrestato un pusher che aveva adibito a laboratorio dello spaccio la cantina di un condominio dove lui non abita e di cui comunque possedeva le chiavi. Nella more che le indagini chiariscano questi aspetti, non potendosi certamente escludere connivenze tra alcuni proprietari di cantine e i pusher, i Carabinieri della Stazione di Corso Cairoli con l’accusa di spaccio di sostanze stupefacenti hanno tratto in arresto M.B.A., 28enne abitante a Reggio Emilia che aveva trasformato una cantina di un condominio di Via Sforza a laboratorio e deposito di stupefacenti. All’interno infatti i Carabinieri vi hanno sequestrato mezzo etto di eroina in pietra, un bilancino di precisione e vario materiale idoneo al confezionamento.

L’attività condotta dai Carabinieri reggiani prende spunto dagli approfondimenti investigativi sullo  spaccio al minuto di eroina nella piazza reggiana che hanno permesso di individuare l’odierno indagato che pur non abitandovi veniva notato spesse volte entrare ed uscire dal condominio di Via Sforza. Quando lo scorso pomeriggio è stato fermato dai carabinieri nei pressi della sua abitazione, ignaro dell’attività investigativa condotta, è apparso sereno convinto che mai i Carabinieri sarebbero risaliti alla cantina. Quando però dopo l’ispezione personale ha notato i Carabinieri acquisire le chiavi della cantina e quindi raggiungere i condominio di Via Sforza ha incominciato a focalizzare di essere stato scoperto. Quelle chiavi infatti risultavano aprire la serratura di una cantina che il fermato aveva adibito a laboratorio dello spaccio ed al cui interno i carabinieri rinvenivano e sequestravano mezzo etto di eroina in pietra, un bilancino di precisione e vario materiale idoneo al confezionamento. E mentre l’uomo ala luce dei fatti veniva arrestato le indagini ora proseguono per risalire all’intera filiera dello spaccio ma soprattutto per verificare l’eventuale sussistenza del binomio droga – cantine emerso nell’odierna attività investigativa.