acqua-rubinetto-3Lunedi pomeriggio (4 febbraio) in Consiglio Comunale a Reggio Emilia si sono discusse le altre 2 mozioni di iniziativa popolare promosse dal Comitato Acqua bene Comune, dopo quella che chiedeva la ri-publicizzazione della gestione del Servizio Idrico (attraverso un’azienda speciale di diritto pubblico), approvata prima di Natale da maggioranza e opposizione senza voti contrari.

La prima mozione discussa lunedi sera chiedeva al Comune di opporsi fermamente a qualsiasi ipotesi di ulteriori fusioni societarie ( “NO alla Grande Multiutility del Nord”).

Nella mozione era presente una forte critica al “modello Iren”, accusato di “aver provocato un disastro finanziario ed il depauperamento del patrimonio pubblico presente a suo tempo in Agac” e si chiedeva quindi al Sindaco di opporsi in ogni sede opportuna a progetti di ulteriore fusione di Iren con altre multiutility.

La premessa è stata giudicata dalla maggioranza troppo severa nei confronti di Iren, il Pd ha quindi presentato un proprio Odg in cui si esprime si “parere negativo all’aggregazione mirante a configurare un unico grande agglomerato industriale”, ma legandolo all'”assenza di atti aziendali, di piani industriali e di sviluppo tali da consentire un’attenta e consapevole valutazione…”

La mozione del Comitato Acqua Bene Comune è quindi stata votata solo da 4 consiglieri (M5S, Sel, Lega e il consigliere D’Andrea del PD), mentre la maggioranza ha votato per il proprio OdG (la maggior parte dei consiglieri di centro-destra era assente dal’aula).

Il Comitato Acqua Bene Comune è insoddisfatto da questo voto e soprattutto dalla difesa a oltranza del “modello Iren” fatta dalla maggioranza nel corso del dibattito. Solo il consigliere D’Andrea nel PD ha sostenuto la necessità di “un’autocritica sana e genuina e di scelte coerenti con l’esito referendario”, gli altri interventi invece si sono limitati a qualche critica marginale, sulle remunerazioni del management piuttosto che sul carente sviluppo delle energie rinnovabili, ma hanno sostanzialmente riaffermato la bontà del modello. Un consigliere di peso si è addirittura spinto ad affermare “Ce ne fossero in Italia di aziende come Iren !…”.

 

Quello che i cittadini firmatari delle mozioni chiedevano era invece una presa di posizione inequivocabile per impedire l’ulteriore finanziarizzazione e allontanamento dal territorio dei servizi pubblici locali (non solo dell’acqua).

Alla stessa logica (mettere in sicurezza l’esito referendario) risponde la mozione di iniziativa popolare che chiede la modifica dello Statuto Comunale per introdurre il principio della “non rilevanza economica” del servizio idrico.

La mozione è stata approvata con 14 voti favorevoli e 7 astenuti (nessun contrario), ma ci sarà bisogno di un ulteriore passaggio in Commissione per definire un testo che possa poi essere condiviso in aula dalla maggioranza qualificata di 28 consiglieri indispensabile per la modifica dello Statuto.

Sulla “non rilevanza economica” del servizio ci sono diverse perplessità, ma maggioranza e opposizione sembrano orientate ad affermare il principio che la gestione dell’acqua debba rimanere fuori da logiche di profitto, coerentemente con la decisione recente di ri-pubblicizzare il servizio.

(Comitato Provinciale Acqua Bene Comune – Reggio Emilia)