Minelli_MorenaI dati recenti forniti dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, a livello nazionale ma con ovvia ricaduta sul piano locale, parlano chiaro: la crisi occupazionale, in Italia come nella nostra provincia, è profonda, e destinata a perdurare e ad aggravarsi. Basta parlare con i lavoratori e gli imprenditori, con le famiglie, per avere conferma della percezione chiara e senza dubbi di quello che è un fatto concreto. Anche nella nostra provincia, nel nostro Frignano. Strano, verrebbe da dire. Si, strano, perché per esempio la controriforma del mercato del Lavoro targata Elsa Fornero era stata condita con parole e promesse ben diverse. Si era detto, tra le tante cose, che destrutturando e demolendo norme di semplice civiltà come il famigerato art. 18, sarebbero aumentate le assunzioni, sarebbero arrivati investimenti esteri nel nostro paese, scarsi fino a quel momento a causa di una normativa del lavoro troppo stretta e asfissiante, da “burocrati”. Una normativa veramente noiosa, quella che obbligava a riassumere un lavoratore licenziato per esempio a causa del proprio credo religioso, o politico. Ebbene, oggi di questi famosi capitali in arrivo non si vede l’ombra, come previsto all’epoca dalla Sinistra e dalla CGIL. Zero. L’ennesima dimostrazione di come lavoro e produttività non si realizzano tagliando diritti, aggredendo lo Statuto dei Lavoratori, ma investendo, e aggiungerei in maniera intelligente. Investendo nelle peculiarità, nel potenziale particolare che contraddistingue la nostra Italia, e anche la nostra montagna. Di agricoltura non si discute mai, ma l’agricoltura è un comparto ad alto potenziale latente che se sviluppato in maniera debita può produrre occupazione, di qualità, e quindi reddito e consumi sul territorio. L’agricoltura è un settore strettamente legato ad un’altra questione, impellente e importante per il nostro comprensorio montano: la cura, la manutenzione e la salvaguardia del territorio. Una cura che certamente nella nostra montagna ridurrebbe il numero di emergenze legate alle forti piogge e nevicate, che spesso causano frane, esondazioni e pericoli come quelli che hanno colpito il distretto alcuni mesi fa, in occasione di forti precipitazioni. La lista di settori strategici in cui investire è lunga e nella nostra montagna prosegue con le energie rinnovabili, non pallino di ambientalisti fissati, ma risorsa sul piano strategico da perseguire per caduta occupazionale anche in termini di indotto, ritorno in termini di risparmio per i cittadini e qualità dell’ambiente nel quale viviamo. Per non parlare poi del comparto della cultura, negli anni fanalino di coda nella pratica politica, sempre presente in prima fila durante le campagne elettorali. Adesso basta, è necessario con dati alla mano allinearsi con quella che è la previsione di lungo termine di potenze economiche come la Cina, che nel comparto investono e ricavano percentuali massicce del proprio PIL, contrariamente all’Italia che invece, primo paese al mondo per quantità di siti protetti dall’UNESCO, lascia crollare Pompei. Noi ci siamo, e siamo qui per fare anche questo.

(Morena Minelli, vice-sindaco di Pavullo e candidato alla Camera dei Deputati per SEL)