“Un’informativa periodica sulla situazione di Fidindustria, il consorzio fidi di Confindustria messo ‘al palo’ da Bankitalia, al quale la Regione in questi anni ha stanziato 70 milioni di euro”. La richiesta alla giunta è arrivata oggi in Assemblea legislativa dai consiglieri leghisti Mauro Manfredini, Manes Bernardini, Stefano Cavalli e Roberto Corradi, firmatari di un question time a cui ha risposto l’assessore Giancarlo Muzzarelli che ha precisato di essere venuto a conoscenza della situazione del Confidi regionale da una lettera del 12 febbraio scorso, firmata proprio da Fidindustria.

“Da quella data – precisano i consiglieri -, se non fosse stato per i nostri solleciti, l’Assemblea non sarebbe ancora stata informata”. “Un fatto gravissimo – giudica il Carroccio – che rivela la poca considerazione che questa giunta ha per il dibattito consiliare” e “la leggerezza con cui è stata accolta la notizia”. “Una notizia – incalza il gruppo – gravissima, dal momento che lo ‘stop’ di Bankitalia mette in ginocchio il sistema creditizio emiliano romagnolo, già gravemente provato dalla stretta degli istituti di credito”.

“Visto che, sul tema, la Regione ha fino ad oggi perseguito la linea del silenzio, chiediamo di essere periodicamente informati, e con noi cittadini ed imprese, a cui va garantita massima trasparenza. Dal momento che la Regione sostiene, con contributi, Fidindustria, è opportuno che ne monitori l’attività. A questo riguardo, prendiamo atto della disponibilità manifestata da Muzzarelli a riferire in commissione, ma ci chiediamo quando abbia intenzione di presentarsi, visto che la nostra richiesta risale al 21 febbraio scorso. Per quella data gli chiediamo una relazione dettagliata sulle imprese beneficiate dalle garanzie e sui risultati da queste ottenuti”.

“Il caso Fidindustria rivela che il tanto decantato modello socio-economico emiliano, chiuso e autoreferenziale, è ormai alla frutta. Non bastano contributi una tantum, svincolati da una logica strategica, per rilanciare l’economia del nostro territorio. Occorre ora un grande piano di sviluppo, concertato con tutti i soggetti portatori di energie sane”.