“Vorrei tranquillizzare i cittadini del Frignano. L’Unione dei Comuni che prenderà forma in sostituzione dell’attuale Comunità Montana, non pregiudicherà l’autonomia dei vari municipi, ma punterà a rendere più efficienti i servizi a disposizione di chi ha scelto di vivere in montagna. E non ci saranno nemmeno accentramenti selvaggi a Pavullo e svuotamenti degli uffici comunali periferici. È una sfida impegnativa, ma che va raccolta e vinta”. Inizia con una rassicurazione, il commento di Luciana Serri, Presidente della Comunità Montana del Frignano, ente che si sta trasformando appunto nella nuova Unione, alla lunga serie di interventi sull’argomento. “Penso che, per affrontare al meglio la questione – prosegue – si debba innanzitutto ricordare che è la normativa statale (D.L. 78/2010 convertito in Legge 122/2010) a rendere obbligatoria la gestione comune dei servizi per i Comuni inferiori ai 5.000 abitanti, che diventano 3.000 per i territori montani.

Da qui si deve partire. Poi si deve riflettere su quale sia la strada più opportuna da prendere. Per il Frignano, pur ritenendo legittime tutte le opinioni, ritengo che la via migliore sia quella di un’Unione che ricalchi gli attuali confini della Comunità Montana, tranne Montese, che coincidono anche con il Distretto sanitario, scelta, peraltro, condivisada sette Comuni su dieci. Credo sia la soluzione migliore per vari motivi. Ritengo che mai come ora sia necessario unire anziché dividere e che le peculiarità diverse che ci sono nel Frignano, siano una forza e non una debolezza. Proprio la presenza di tante opportunità di sviluppo diverse, se gestite in modo unitario, possono essere un valore aggiunto fondamentale per creare nuove opportunità di occupazione e, quindi, di rivitalizzazione del territorio. La creazione di due ambiti distinti presuppone la nascita di due unioni al posto dell’attuale Comunità Montana (con inevitabile aumento di costi). Penso, invece, vada sfruttato e valorizzato ciò che consente la Legge Regionale del dicembre scorso e cioè la costituzione, all’interno di un’unica unione, dei sub – ambiti, ovvero la possibilità di organizzare i servizi per gruppi di Comuni all’interno dell’unione.

Credo che un territorio di oltre 40.000 abitanti, ricco di storia, tradizioni e valori comuni, possa rappresentare una massa critica con un peso decisamente maggiore da portare al tavolo degli enti superiori, soprattutto in un momento come questo, di grandi difficoltà economiche e sociali. La sfida – conclude il Presidente Serri – è doppia. Mettere in piedi servizi sempre più vicini ai cittadini e fare in modo che funzionino al meglio. Senza divisioni e con il contributo di tutti, penso che sia un obiettivo a portata di mano”.