museicivicimodenaEra stato scoperto per la prima volta nel 1897 da Arsenio Crespellani, lungo l’antica via Claudia nei pressi di Savignano sul Panaro. È tornato alla luce oltre un secolo dopo, tra il 2010 e il 2011, durante la realizzazione di una rotatoria. È dedicata al grande mosaico proveniente da una villa di epoca tardoromana la conferenza organizzata per sabato 16 marzo alle 16.30 nella nuova sala dei Musei civici in largo Porta Sant’Agostino 337. Il soprintendente per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna Filippo Maria Gambari presenterà il volume “Il mosaico ritrovato. Indagini archeologiche a Savignano sul Panaro”. Saranno presenti anche Luigi Malnati, direttore generale per le Antichità, Emilio Sabattini, presidente della Provincia di Modena, Roberto Alperoli, assessore alla Cultura del Comune di Modena e Ilaria Pulini, direttrice del Museo Civico Archeologico Etnologico.

La pubblicazione presenta i risultati degli scavi archeologici compiuti nel 2010-2011 a Savignano sul Panaro, in località Magazzino, a seguito dei lavori di realizzazione di una rotatoria stradale, grazie al contributo della Provincia di Modena. Le indagini hanno permesso la riscoperta di alcuni dei mosaici pavimentali di una grande villa di età tardo romana, la cui esistenza era nota agli studiosi fin dal 1897, grazie agli scavi eseguiti da Arsenio Crespellani. Nella mostra “1897-2012. Il Mosaico riscoperto”, che rimarrà allestita fino a maggio al Lapidario romano, al piano terra del Palazzo dei musei, è possibile ammirare il grande mosaico staccato e restaurato che decorava un ambiente di rappresentanza della villa, il frammento di un altro mosaico e i disegni ottocenteschi eseguiti da Giuseppe Graziosi.

I contributi scientifici del volume presentano al pubblico importanti scoperte, quali l’attribuzione alla mano di Giuseppe Graziosi dei disegni dei mosaici trovati nell’Ottocento, la ricostruzione della storia della villa, la cui fine pare connessa alle tracce di incendio individuate sulle tessere musive, la concordanza tra la cronologia dei reperti recuperati e le indicazioni fornite dall’analisi stilistica delle decorazioni pavimentali, la sorprendente rispondenza tra lo studio delle pietre impiegate e l’origine geografica dei modelli iconografici dei mosaici, provenienti dall’area di Ravenna, da Aquileia e perfino dalla Macedonia, e infine la ricostruzione del quadro storico topografico della valle del Panaro in cui si inserisce l’insediamento della villa.

Il volume è stato curato da Donato Labate e Luca Mercuri, funzionari della Soprintendenza per i Beni archeologici dell’Emilia Romagna oltre che da Silvia Pellegrini, archeologo del Museo civico archeologico di Modena. In occasione della presentazione il volume sarà venduto a 10 euro, metà del prezzo di copertina. La presentazione del volume si inserisce tra le iniziative di “Metti un pomeriggio al Museo…”, la rassegna di incontri a ingresso gratuito organizzati dai Musei civici. Seguirà, come di consueto, un aperitivo.

BAMBINI IMPARANO “L’ARTE DELL’INTRECCIO”

Domenica 17 marzo laboratori per i piccoli, legati alla mostra “Le vesti di sempre”

Intrecciare fili colorati per realizzare bracciali e cordoncini e per sperimentare personalmente un’arte antica, scoprendo come si vestivano i nostri antenati, gli abitanti delle zone rurali dell’Appennino di qualche secolo fa. Sono in programma domenica 17 marzo alle 15.30 e alle 17 i laboratori gratuito “L’arte dell’intreccio”, rivolto ai bambini dai 6 ai 12 anni nell’ambito della mostra “Le vesti di sempre: gli abiti delle mummie di Roccapelago e Monsampolo del Tronto. Archeologia e collezionismo a confronto”. Si comincerà con una breve visita guidata alla mostra, che trae origine dal ritrovamento di oltre 300 corpi inumati nella cripta della chiesa parrocchiale di Roccapelago e presenta in un unico percorso espositivo la sfida di restaurarne gli abiti, testimonianze della vita rurale tra Seicento e Ottocento, e il confronto con una piccola comunità marchigiana, teatro di un’analoga scoperta. L’ampia varietà di reperti culmina nella presentazione di una delle mummie di Roccapelago, borgo dell’Appennino modenese, avvolta in una camicia-sudario di tela grezza. Ai bambini verrà illustrato come si vestiva la gente comune nel passato, per poi passare all’esperienza diretta dell’intreccio e realizzare piccoli bracciali o cordoncini. Per partecipare è richiesta la prenotazione (059 2033121 oppure 059 2033115).