neonatologiaDa febbraio, dopo cinque anni di training nei centri specializzati d’Europa, la Struttura Complessa di Neonatologia del Policlinico diretta dal professor Fabrizio Ferrari è stata accreditata come primo centro NIDCAP d’Italia (acronimo per Newborn Individualized Developmental Care and Assessment Program), il settimo a livello europeo dopo Stoccolma, Brest, Rotterdam, Bruxelles, Madrid e Barcellona.

Diventare un centro NIDCAP significa vedere riconosciuto lo sviluppo, da parte della struttura di Neonatologia del Policlinico, di un innovativo metodo di cura del neonato, che focalizza l’attenzione sul coinvolgimento della famiglia, la personalizzazione del trattamento, la lotta al dolore e allo stress del prematuro. Grazie a questo metodo la famiglia diventa parte integrante del ‘team’ che si occupa del bambino durante il ricovero in Terapia Intensiva Neonatale (TIN). Lo stesso neonato viene riconosciuto come “collaboratore attivo” di questo percorso ed è aiutato a sviluppare processi relazionali, comunicativi ed affettivi.

“L’adozione del metodo NIDCAP in un reparto di terapia intensiva neonatale – spiega Fabrizio Ferrari, direttore della Neonatologia del Policlinico – comporta un cambiamento nel tipo di assistenza che viene offerta al piccolo prematuro, passando da un approccio incentrato sul <curare> a uno basato sul <prendersi cura>. La realizzazione di questo cambiamento richiede un approccio multidisciplinare che comporta la partecipazione ed il coinvolgimento di tutto il personale della struttura. Il personale coinvolto deve possedere le motivazioni e le competenze necessarie per accompagnare il neonato prematuro nel suo percorso evolutivo, e sostenere la sua famiglia in questo tragitto. I piccoli devono essere toccati con estrema delicatezza, sono molto sensibili al dolore, e i continui esami a cui vengono sottoposti creano un forte stress. Per questo, oltre ai medici, l’infermiere riveste un ruolo fondamentale. Sono loro, infatti, a passare la maggior parte del tempo con i piccoli e dunque devono saper cogliere e interpretare le loro espressioni e capirne i bisogni”.

“Un tempo le neonatologie erano reparti chiusi, dove l’accesso dei genitori era limitato, visto quasi come un intralcio alle cure. Oggi, il nostro, è un reparto sempre aperto dove i genitori possono recarsi liberamente, fatte salve le precauzioni tipiche di una terapia intensiva, e sono formati e incoraggiati ad interagire con il neonato prematuro” ha aggiunto Bruno Mordini, neonatologo del Policlinico.

La Struttura complessa di Neonatologia conferma quindi di essere un punto di riferimento non solo nella rete provinciale; a ricordarlo anche i più che lusinghieri risultati relativi alla sopravvivenza dei nati prematuri.

Risultati da primato

Rispetto alla media di sopravvivenza dei nati prematuri a livello nazionale e regionale (che si è assestata negli ultimi anni intorno all’85% dei casi), nel 2012 la Neonatologia del Policlinico di Modena, che rappresenta l’unico centro provinciale di Terapia Intensiva Neonatale di terzo livello, ha infatti raggiunto una percentuale di sopravvivenza dei nati prematuri sotto il chilo e mezzo di peso (definiti VLBW, ovvero Very Low Birth Weight) del 94,6% dei casi. Anche rispetto alla percentuale di sopravvivenza dei nati prematuri sotto il chilogrammo di peso (ELBW, ossia Extremely Low Birth Weight), che nel 2008 a livello nazionale era del 69% dei casi, il reparto diretto dal professor Ferrari registra, nel corso degli ultimi anni, un trend in continua crescita positiva, arrivando nel corso del 2012 ad un indice di sopravvivenza del 92,6% dei casi. Un bilancio di attività dal quale emergono dati estremamente positivi, frutto di un’organizzazione collaudata che prevede il follow-up dei piccoli pazienti sino a tre anni dalla dimissione, per valutarne il corretto sviluppo neurologico e fisico.

“I risultati che presentiamo oggi sono doppiamente gratificanti. Prima di tutto perché confermano l’ottima qualità dei professionisti e la loro capacità di essere all’avanguardia grazie all’adozione di soluzioni che trovano un perfetto punto di equilibrio tra tecnologia e attenzione alla persona. In secondo luogo perché il Policlinico, che da sempre è il punto di riferimento dei modenesi per tutta l’area materno infantile, dimostra, con i fatti, di saper mantenere questo ruolo anche dopo un evento come il terremoto che senza dubbio ci ha messo a dura prova. In quest’occasione desidero quindi anche ringraziare pubblicamente tutto il personale per lo straordinario sforzo compiuto in questi mesi” ha concluso Licia Petropulacos, direttore generale del Policlinico di Modena

I NUMERI PRINCIPALI

I nati prematuri

Complessivamente, la Neonatologia del Policlinico di Modena assiste ogni anno circa 450 neonati prematuri. Nel 2012 i neonati di peso inferiore a un chilo e mezzo, ricoverati all’interno della Terapia Intensiva Neonatale, sono stati 53 (l’anno prima 66) mentre quelli che alla nascita pesavano meno di un chilogrammo sono stati 27 (22 nel 2011).

L’organizzazione del reparto

Il reparto, aperto 24 ore su 24, è composto da un Nido, che può ospitare fino a 10 neonati e dalla Terapia Intensiva (20 letti). Ad oggi nelle due strutture sono operativi 12 medici, 50 infermieri, 7 operatori socio-sanitari (OSS), uno psicologo, un fisioterapista e due puericultrici. Tra le caratteristiche della struttura, da segnalare è la presenza della “Banca del latte di donna” (una delle tre in Emilia Romagna) e di un sistema di raffreddamento cerebrale per intervenire tempestivamente nei casi di asfissia perinatale. La struttura è anche centro di riferimento nazionale per le epilessie neonatali.

Il reparto di Neonatologia del Policlinico di Modena, complessivamente, può contare su 20 posti letto, di cui 8 di terapia intensiva, e 12 di elevata assistenza. La struttura si estende su una superficie di 1,140 metri quadrati. Una degenza all’interno della Neonatologia dura in media 15 giorni e, nel 2012, sono state oltre 9mila e 500 le prestazioni effettuate dal personale in regime di ricovero e in attività ambulatoriale.

Il metodo “NIDCAP”

Il metodo NIDCAP, ideato negli anni Ottanta dalla psicologa americana Heidelise Als, si basa sulla cosiddetta teoria sinattiva secondo la quale l’organismo è costituito da cinque sottosistemi (neurovegetativo, motorio, stati comportamentali, attenzione-interazione, autoregolazione) che interagiscono tra loro e con l’ambiente e dai quali dipende il corretto processo evolutivo dell’individuo. Gli ultimi studi internazionali in materia dimostrano che l’adozione del modello NIDCAP produce effetti positivi sia a breve che a lungo termine sulla salute dei neonati prematuri. È stato dimostrato, infatti, che riduce, in media, il numero di giorni di ventilazione meccanica necessari per il neonato prematuro e favorisce il passaggio all’alimentazione orale oltre a migliorare l’accrescimento ponderale del bambino. Allo stesso tempo, seguendo l’innovativa modalità di cura, diminuisce sensibilmente la possibilità di problemi respiratori o lesioni cerebrali e anche il numero di giorni complessivi di ricovero.


maninaNuovi nati: i dati della provincia di Modena e del Policlinico

La provincia di Modena, a livello regionale, ha il tasso di natalità più alto dopo quello di Bologna. Nel 2011 a Modena sono nati 7mila 293 bambini, ovvero il 18% dei nati in tutta la regione Emilia-Romagna. Un risultato in leggera flessione rispetto a quello del 2010 quando in provincia sono nati 7mila e 568 bambini. All’interno della rete ospedaliera provinciale, il Policlinico è la struttura che, sempre relativamente al 2011, ha registrato il maggior numero dei parti con 3mila e 548 nuovi nati. Seguono l’Ospedale di Carpi (1525 nati) e Sassuolo con 1254 nati.

Nascere “prematuri”: un fenomeno in crescita

L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce prematuro il bambino nato prima della 37° settimana di gestazione. Ogni anno, in Italia, circa 5mila bambini vengono alla luce prima del termine naturale della gravidanza (il 7% del totale dei nuovi nati). Sono diverse le cause riconosciute dei parti pretermine. Cause fetali, placentari, uterine (anomalie congenite) e materne (quali patologie croniche, infezioni, abuso di fumo, droghe e alcol). Nel mondo, oltre un bambino su dieci nasce prematuro e circa 1 milione di bambini muore ogni anno per le complicanze di una nascita pretermine.

La prematurità è la principale causa dei decessi neonatali (entro i primi quattro mesi di vita) e la seconda causa di morte per polmonite sotto i cinque anni. Oltre il 60% delle nascite pretermine avvengono in Africa e in Asia. Tra i dieci paesi con il maggior numero di prematuri, vi sono Brasile, Stati Uniti, India e Nigeria, a dimostrazione che si tratta di un problema di natura “globale”. In Europa, invece, la percentuale di neonati prematuri è inferiore al 10%. Nonostante il numero dei nuovi nati nei cosiddetti “paesi sviluppati” sia in costante calo, il numero di nati prima del termine è in costante aumento, al contrario di quanto si pensava alla fine degli anni Ottanta del secolo scorso.

Le associazioni a supporto dei genitori dei neonati prematuri

La maggior parte delle persone ignora i problemi connessi alla prematurità, così come le sue cause e le possibili implicazioni che essa comporta sulla salute del bambino. Non è raro che i genitori si trovino “impreparati” (e impauriti) davanti a questo fenomeno. Oltre alla professionalità del personale delle Terapie Intensive Neonatali, per dare supporto e aiuto alle famiglie dei neonati prematuri in Italia si sono formate associazioni di genitori e volontari. A Modena, in particolare, è prevista direttamente in reparto anche la presenza di un supporto psicologico. A livello nazionale l’associazione di riferimento è “Vivere” Onlus, che ha fondato il Coordinamento nazionale delle Associazioni per la Neonatologia, sparse in tutto il Paese. Nella nostra provincia, presso il reparto di Neonatologia del Policlinico è presente anche l’associazione “Pollicino”, fondata nel 1993 per iniziativa di alcuni genitori che funge da punto d’incontro e raccordo tra genitori e personale medico e infermieristico per favorire il benessere del neonato e della sua famiglia nel periodo perinatale. Pollicino è presente in reparto e ha come obiettivo principale la promozione di iniziative per il miglioramento dell’assistenza e della cura dei neonati.

Immagine, da sx: Cuomo, Mordini, Beroncelli, Ferrari, Petropulacos, Campagna