(Adnkronos) – ”Chiediamo e abbiamo diritto di vivere in un Paese che rispetti e premi il lavoro, l’impresa, la capacita’ di rischio, non li punisca, non li avvilisca, non li impaurisca”. Cosi’ il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, concludendo il convegno di Piccola Industria di Confindustria. ”Cosa e’ mai diventato il Paese che tanto amiamo e per cui abbiamo tanto lavorato? – si e’ chiesto poi il presidente degli industriali – chiudere o indebitarsi? questa e’ l’alternativa per chi rischia del suo? Come presidente di Confindustria, come italiano, chiedo di non vivere in un Paese cosi”’.

”Se chiudono le imprese, muore il Paese” – ha aggiunto ”stiamo giocando con il destino del Paese e il rischio e’ di giocarci il futuro senza piu’ prove di appello. Abbiamo bisogno di fiducia e affidabilita”’.

”Da settimane invochiamo un governo degli uomini di buona volonta’ per il nostro Paese, non un governo qualunque, pero’ tanto da assolversi la coscienza, un governo di qualita’ e di alto profilo, di capacita’ politica elevata, che percepisca e sappia interpretare il momento drammatico del Paese. Un governo in grado e nelle condizioni di adottare gli opportuni provvedimenti, con al primo posto dell’agenza il lavoro e le imprese”, ha detto ancora  Squinzi.

Anche in questi giorni durissimi di fine mandato Napolitano e’ uno straordinario esempio di serieta’ istituzionale e di vera cura dell’interesse nazionale”. Cosi’ il presidente di Confindustria. Parole che la platea ha salutato con un lungo appaluso.